Giovani talenti sopra e sotto il palcoscenico
Di Giuseppe Russo
“Il Festival è per i giovani talenti, per i professionisti che vengono a Roma per suonare, studiare ed esibirsi”. È questa la chiave per entrare nel cuore del Rome Chamber Music Festival, all’Auditorium Conciliazione di Roma fino al 19 giugno. L’ha detto lo stesso direttore artistico, Robert McDuffie, nel discorso di apertura della serata di martedì 17. Il concerto ha seguito questo solco passando dal Trio per pianoforte, violino, e violoncello in La minore, Op. 67, di Ravel e continuando con il Quintetto per pianoforte e archi in Fa minore, Op. 34, di Brahms. Tanti giovani in sala, e tanta voglia di bellezza in un momento così difficile per il mondo intero.
Ravel: un trio ricco di emozioni
Il trio di Ravel possiede una scrittura ricca e variegata, quasi si trattasse di un’orchestra anziché di una formazione da camera, tempestata di adornamenti come trilli e tremoli. In questo pezzo è possibile notare l’interesse e la capacità del compositore di sviluppare un brano in grado di far ascoltare l’interezza delle gamme sonore degli strumenti, portando così ad una notevole ricchezza timbrica, oltre che creativa. Il pianoforte, solido e continuo, il violino, leggiadro, e il violoncello, energico, hanno fatto sì che si raggiungessero momenti di grazia ma anche, e soprattutto, di ciò che gli antichi romani chiamavano gravitas, ossia una commistione di solennità e compostezza.
Brahms, un quintetto di rara espressività
Il quintetto di Brahms è nobile quanto la donna cui è stato dedicato, la principessa Anna di Prussia, la quale donò all’autore come regalo di ricambio una partitura autografa della Sinfonia in Sol minore K 550 di Mozart. Il quintetto in Fa minore è una composizione estremamente intensa a livello emotivo, che alterna turbamento, delicatezza e contrizione. Nei quattro movimenti si svela una scrittura espressiva e coinvolgente, che avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera di mistero. Il risultato finale è un quintetto che si pone, anzi, si impone, come pilastro del migliore repertorio cameristico.
I giovani e brillanti musicisti: un fermo proposito del Festival
Il programma della serata è stato eseguito da giovani talenti della musica: Derek Wang (pianoforte), Hina Khuong-Huu (violino), Alessandro Sacchetti (violoncello) per il trio di Ravel. Per il quintetto di Brahms, Andrea Lucchesini (pianoforte) e Robert McDuffie (violino) hanno suonato con i rampanti Fiona Khuong-Huu (violino), Kinga Wojdalska (viola), e Sara Scanlon (violoncello). Così come accennato dallo stesso McDuffie, che ha introdotto la serata con poche ma significative parole, intento principale del Festival è proprio quello di promuovere i giovani professionisti. Guardando il pubblico, era palpabile la sensazione che l’obiettivo fosse stato raggiunto e superato: giovani spettatori ascoltavano giovani musicisti.
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