Gaza, il presidente della Croce Rossa internazionale: è l’inferno sulla terra
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
L’Unicef e il Comitato internazionale della Croce Rossa reagiscono nuovamente alla drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. "I palestinesi - afferma il presidente del Cicr, Mirjana Spoljarić, - sono stati privati della dignità umana. Il diritto internazionale umanitario viene svuotato”. Mentre dure critiche vengono rivolte dal fondo delle Nazioni unite per l’infanzia nei confronti della Gaza Humanitarian Foundation, l'organismo sostenuto da Stati Uniti e Israele, che ha deciso la sospensione della distribuzione degli aiuti. "Sostengono di fornire aiuti alla popolazione, ma non sono affatto sufficienti. – ha detto il portavoce James Elder - Stiamo parlando di una manciata di siti di distribuzione contro i 400 durante il cessate il fuoco".
Oggi la risoluzione su Gaza
Questa sera il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sarà chiamato a votare una risoluzione su Gaza per il cessate il fuoco, l'accesso umanitario illimitato e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas.
Nel dettaglio, il testo redatto dai 10 membri eletti del Consiglio chiede "un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza, rispettato da tutte le parti". Definendo la situazione umanitaria a Gaza "catastrofica", la risoluzione chiede anche "la revoca immediata e incondizionata di tutte le restrizioni all'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e la loro distribuzione sicura e senza ostacoli su larga scala, anche da parte delle Nazioni Unite e dei partner umanitari". La votazione, in agenda alle 16 ora di New York, è la prima su Gaza in sede di Consiglio di sicurezza - organo di 15 membri - da quando, lo scorso novembre, gli Stati Uniti hanno bloccato una bozza di risoluzione che chiedeva la fine dei combattimenti.
Il blocco degli aiuti
"L'ingresso senza ostacoli dell'assistenza umanitaria su larga scala deve essere ripristinato immediatamente. – fa sapere il portavoce Onu , Stephane Dujarric - L'Onu deve essere autorizzata a lavorare in sicurezza e in condizioni di pieno rispetto dei principi umanitari". La votazione odierna al Consiglio dell'Onu si svolge nel contesto di una grave insicurezza nell'enclave palestinese legata anche alla consegna degli aiuti da parte della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), che procede a rilento ed è funestata da sparatorie quotidiane sui civili che tentano di accedere agli aiuti, in un clima di caos e totale disorganizzazione. Da quando il blocco degli aiuti è stato parzialmente revocato, solo 370 camion carichi principalmente con farina, cibo e articoli medici e nutrizionali sono riusciti ad entrare e molti sono stati saccheggiati.
Le proteste israeliane
Oggi, alcune decine di manifestanti contrari alla guerra a Gaza hanno intrapreso una marcia di tre giorni da Tel Aviv al confine con la Striscia, chiedendo un accordo per la liberazione degli ostaggi e la fine dei combattimenti. L'iniziativa ricorda quella tra Tel Aviv e Gerusalemme intrapresa più volte dalle famiglie di ostaggi e manifestanti antigovernativi. Nonostante i numeri esigui, gli organizzatori di Standing Together prevedono che la marcia crescerà fino a raggiungere decine di migliaia di partecipanti nei prossimi giorni, soprattutto nei pressi del confine dove venerdì si svolgerà una 'marcia bianca' guidata da un'ampia coalizione di organizzazioni di sinistra. In quell'occasione si prevede la partecipazione di diversi parenti dei 58 ostaggi ancora tenuti nella Striscia.
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