Contro l’azzardo per la dignità, Zuppi: più impegno dalla politica
Jacopo Mancini – Città del Vaticano
Nel 2024, le spese per le scommesse in Italia hanno raggiunto i 157 miliardi di euro, di cui oltre 8 miliardi solo a Roma, la “capitale dell’azzardo”. Di fronte a un’insufficiente reazione politica, il mondo religioso e la società civile hanno il compito di cooperare per arginare questa piaga sociale, in un ambito dove le considerazioni etiche si intersecano intimamente a quelle politiche. E mentre il sistema “finanzia campagne per curare i giocatori patologici che esso stesso crea” – come ricorda il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna -, appare sempre più evidente la necessità di trattare la dipendenza come una “questione sociale, educativa e sanitaria”, piuttosto che una “mera questione economica”.
Il gioco d’azzardo ed i giovanissimi: l’allarme di Zuppi
Nella giornata di venerdì 13 giugno, il convegno “Vince l’azzardo, perdono i cittadini” – promosso a Bologna dalla Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura, in collaborazione con la campagna “Mettiamoci in gioco” e le Caritas di Bologna, Roma e Milano – ha ribadito come l’impegno nel combattere il fenomeno del gioco d’azzardo debba trascendere divisioni politiche o programmatiche, confidando piuttosto in uno sforzo coordinato volto a combattere la normalizzazione di una dipendenza che attira un numero sempre maggiore di giovani e giovanissimi. L’arcivescovo di Bologna, nel suo intervento, ha sottolineato come la fede e il senso di comunità possano servire da argine contro il sentimento di annientamento della persona derivante dal gioco d’azzardo: la percezione di quest’ultimo come fenomeno di mercato, piuttosto che sanitario o sociale, contribuisce alla sua generale sottovalutazione.
L’influenza dei gruppi criminali organizzati e la paralisi politica
Un ulteriore allarme è rappresentato dal ruolo persistente dei gruppi criminali organizzati nella mobilitazione di fondi dedicati al gioco d’azzardo: Luciano Gualzetti, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, ha sottolineato come “metà delle persone che si rivolgono alle fondazioni antiusura e ai centri di ascolto Caritas siano afflitte da debiti legati all’azzardo, che troppo spesso sfociano nell’usura”. Secondo Gualzetti, determinate proposte politiche banalizzano la problematica: in modo particolare, la revisione di misure politiche quali il divieto di pubblicità o la proibizione di operare un centro scommesse nelle vicinanze di scuole rappresenta un preoccupante passo indietro per l’efficacia dei programmi di prevenzione. Il depotenziamento di Comuni e Regioni e la carenza di dati ufficiali impediscono alle autorità di fronteggiare concretamente questo fenomeno, mettendo ulteriormente in evidenza la necessità di stipulare “alleanze virtuose” tra istituzioni e società civile per contrastare la normalizzazione del gioco d’azzardo.
Tre piani di azione
Giustino Trincia, direttore della Caritas romana e presidente della Fondazione antiusura Salus Populi Romani, condivide la visione di Gualzetti. Pur riconoscendo che la regolazione dell’offerta spetta alle istituzioni politiche, la società civile e il mondo religioso possono – e devono - occupare un ruolo da protagonisti nella gestione della domanda dell’azzardo, cercando dunque di identificare le motivazioni più profonde e contemporaneamente promuovendo campagne di sensibilizzazione e prevenzione volte ad alterare la percezione benigna che si ha del gioco d’azzardo. “Più umanità e più coraggio. Più carità e più politica. Più competenze e più generosità collettiva”: è questo, secondo Trincia, il vademecum per combattere adeguatamente il gioco d’azzardo, e che si sviluppa in tre distinti piani d’azione: vicinanza alle vittime, animazione e sensibilizzazione. Lo sportello “Disturbo Gioco d’Azzardo” è attivo dal 2024, e offre assistenza legale e accompagnamento ai servizi territoriali per i più fragili, così come il programma “No Azzardo”, in vigore nelle scuole e strutturato specificatamente per contrastare il gioco d’azzardo tra i giovanissimi.
Il gioco online
L’evoluzione tecnologica ha profondamente trasformato le modalità di accesso al gioco d’azzardo, con una crescita esponenziale del gioco online. Don Armando Zappolini, portavoce della campagna “Mettiamoci in Gioco”, ha evidenziato questa tendenza, caratterizzata da un incremento di circa 10 miliardi di euro nella raccolta nel 2024 rispetto all’anno precedente. Le politiche promosse dall’attuale governo, tra cui la controversa eliminazione dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il ministero della Salute, hanno ribadito la necessità di coinvolgere attivamente tutti gli attori presenti nel territorio. Il rapporto intimo tra dipendenza e povertà diviene dunque una chiave di lettura di fondamentale importanza, permettendo di trattare la questione da una prospettiva morale ed etica prima ancora che burocratica. La difesa della dignità umana e di relazioni comunitarie sane, non minate da insalubri rapporti di forza, deve dunque essere al cuore dell’impegno della Chiesa e dell’intera società nel contrastare il gioco d’azzardo.
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