Medio Oriente, Trump: abbiamo annientato i siti nucleari iraniani
Roberta Barbi – Città del Vaticano
“Tutti i siti nucleari iraniani hanno subito danni monumentali”: il presidente americano Trump dai social tenta di fugare i dubbi di parte della stampa americana circa l’efficacia dell’attacco statunitense in Iran di sabato notte. Non si è fatta attendere la risposta di Teheran, che ha minacciato gli Stati Uniti di "serie conseguenze" dopo gli attacchi ai siti nucleari del Paese.
La posizione di Israele
All’attacco degli Usa in Iran plaude il premier israeliano Netanyahu che ha parla di “decisione storica” per gli Stati Uniti. Mentre il resto del mondo, dall’Unione europea alla Russia chiedono di tornare a sedersi al tavolo negoziale e di dirigersi verso una de-escalation, l’Iran continua a lanciare missili alla volta delle città israeliane: le sirene sono suonate un po’ ovunque questa mattina dall’alba, a partire da Gerusalemme e Tel Aviv. Molti dei missili sono stati intercettati e distrutti dalle difese israeliane. Quanto all’ipotesi di un cambio di regime in Iran, gli Stati Uniti pur non parlandone apertamente, non lo escludono, ma ribadiscono che l’obiettivo dell’operazione è la distruzione delle capacità nucleari e missilistiche iraniane: un obiettivo ribadito anche da Netanyahu.
Lo Stretto di Hormuz
A preoccupare, ora, è anche la chiusura dello Stretto di Hormuz disposta dal Parlamento iraniano, decisione che dovrà eventualmente essere confermata dal Consiglio Supremo di Sicurezza nazionale. Da un punto di vista geografico, si tratta dello stretto che divide la penisola arabica dalle coste dell'Iran, e mette in comunicazione il Golfo di Oman a sud-est, con il Golfo Persico ad ovest. Da un punto di vista economico si tratta di un passaggio fondamentale perché vi transita circa il 20% del petrolio e del gas mondiale: una decisione, dunque, quella iraniana, che se confermata potrebbe avere conseguenti devastanti sull’economia, a partire da aumenti esorbitanti del prezzo del greggio di cui l’Iran è il nono produttore al mondo con un’esportazione che rasenta il 50%. Contro questa decisione il segretario di Stato americano Marco Rubio ha chiesto alla Cina di fare pressione sull’Iran affinché torni sui suoi passi.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui