Gaza, nuova drammatica offensiva israeliana
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Ancora morte e distruzione nella Striscia di Gaza per la prosecuzione degli attacchi israeliani, che secondo l¡¯Unicef hanno causato la morte di almeno 45 bambini in due giorni.
Stamattina si sono registrate, secondo la Protezione civile locale gestita da Hamas, 74 vittime totali, che si aggiungono alle oltre 130 dei raid di ieri, con la popolazione del nord in fuga dal campo profughi di Jabalia e dalla città di Beit Lahiya. Nella parte meridionale della Striscia, risulta ormai fuori servizio l¡¯ospedale europeo di Khan Younis, a causa dei gravi danni alle infrastrutture e alle strade di accesso causati dai bombardamenti di martedì scorso: i 200 pazienti sono stati tutti gradualmente evacuati in altre strutture, tra cui l¡¯ospedale Nasser. Lì sono arrivati pure i corpi delle vittime delle ultime operazioni belliche: anche quello di un giornalista di Al Araby Tv, come annunciato sui propri canali social dall¡¯emittente televisiva qatariota, secondo cui Hasan Samour ¡ª questo il nome del reporter ¡ª è stato ucciso insieme a 11 membri della sua famiglia in uno degli attacchi.
Trump: «Molte persone stanno morendo di fame»
Sul piano politico, il presidente statunitense, Donald Trump, dagli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo viaggio nel Golfo, ha dichiarato che gli Stati Uniti continuano ad essere «occupati» a seguire la situazione a Gaza, dopo che nelle ultime ore il segretario di Stato, Marco Rubio, in una telefonata aveva espresso al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la preoccupazione di Washington per la situazione umanitaria nell¡¯enclave palestinese. «Molte persone stanno morendo di fame», ha aggiunto oggi Trump, dopo che in Qatar aveva parlato della Striscia come «zona di libertà», nell¡¯ottica di una «Gaza Riviera» presentata dalla Casa Bianca a febbraio suscitando non poche critiche. Immediata la risposta di Hamas attraverso Bassem Naim, membro dell¡¯ufficio politico: tutta la zona «è parte integrante del territorio palestinese» e «non è in vendita».
Il blocco agli aiuti umanitari
La fazione islamica ha inoltre sottolineato che il ritardo nella consegna degli aiuti umanitari alla Striscia, per il blocco imposto da Israele dal 2 marzo scorso, «getterà un¡¯ombra negativa su qualsiasi tentativo di finalizzare i negoziati sul processo di scambio dei prigionieri» israeliani.
A oltre due mesi dall¡¯inizio di quel blocco, Human Rights Watch ha definito il provvedimento israeliano «uno strumento di sterminio». Nelle ultime ore peraltro la Gaza Humanitarian Foundation ¡ª organizzazione creata con il sostegno dell¡¯amministrazione Trump ¡ª ha presentato un piano di distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza, sul quale avrebbe raggiunto un accordo con le autorità israeliane. Ma l¡¯Onu, attraverso il portavoce aggiunto del segretario generale, Farhan Haq, ha fatto sapere che non parteciperà a tali operazioni di assistenza, perché il piano «non è in accordo» con i «principi base» delle Nazioni Unite, «compreso quello di imparzialità e neutralità».
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