Medio Oriente, rilasciato il soldato israelo-statunitense
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Consegnato prima alla Croce Rossa e poi all’esercito israeliano, Edan Alexander, 21 anni, il soldato con doppia cittadinanza statunitense e israeliana, nelle mani di Hamas dal 7 ottobre 2023, ha rivisto la luce e assaporato la libertà a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Il giovane ha raccontato di aver subito atti di tortura e di essere rimasto ammanettato all’interno di una gabbia per lungo tempo.
Il ruolo degli Stati Uniti
Il suo rilascio è frutto dei negoziati diretti tra gli Stati Uniti e Hamas, come rivela lo stesso gruppo: “Negoziati seri e responsabili che portano a risultati concreti – li ha definiti – confermiamo la volontà di avviare immediatamente colloqui per raggiungere un accordo globale per un cessate il fuoco e invitiamo l’amministrazione Trump a proseguire i suoi sforzi per porre fine alla guerra”. La Casa Bianca, inoltre, ha notificato formalmente l’accordo con Hamas per il rilascio a Israele solo domenica scorsa, alla vigilia del primo viaggio del presidente Trump nel Golfo Persico, si recherà precisamente in Arabia saudita, Qatar – a Doha è previsto l’incontro con il soldato appena liberato – e negli Emirati.
La posizione di Israele
Anche il team negoziale israeliano è in partenza per Doha dove dovrebbe fermarsi anche per la visita di Trump: a renderlo noto è l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Israele ringrazia gli Usa per quanto fatto, e ricorda come nelle mani di Hamas restino ancora, da quel famigerato 7 ottobre 2023, 58 ostaggi tra cui 13 soldati di cui 2 americani e 8 dichiarati morti. “Questo risultato è stato ottenuto grazie alla nostra pressione militare e alla pressione diplomatica esercitata da Trump – ha dichiarato Netanyahu – i nostri obiettivi di guerra, di liberare gli ostaggi e sconfiggere Hamas vanno di pari passo”, ha dichiarato il premier Netanyahu.
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