Allarme Caritas: grave catastrofe umanitaria in Etiopia
Isabella Piro ¨C Città del Vaticano
Cento giorni di conflitto, cento giorni di sofferenza per la popolazione, cento giorni di catastrofe umanitaria: il calendario del Tigray, regione settentrionale dell¡¯Etiopia, segna purtroppo queste date. Da novembre, infatti, è in atto un violento scontro tra le forze regolari etiopiche e quelle del Fronte popolare di liberazione del Tigray, con gravi ricadute sulla vita dei civili: decine di migliaia le vittime, oltre 2,3 i milioni di persone che necessitano di aiuto umanitario e più di 1,3 milioni gli sfollati interni. Una situazione drammatica davanti alla quale la Caritas Etiopia, insieme a Caritas Italiana, lancia l¡¯allarme: ¡°Vi è urgente bisogno di assistenza sanitaria, cibo, protezione per le categorie più vulnerabili, alloggi temporanei, accesso ad acqua e igiene - ¨C Preoccupa anche la condizione dei circa 96mila rifugiati eritrei ospitati in diversi campi nella regione, alcuni dei quali risultano essere gravemente danneggiati¡±.
Una popolazione provata
Il conflitto, per di più, infierisce su una popolazione già provata da ¡°malnutrizione, carenza di servizi essenziali, catastrofi naturali come l¡¯invasione delle locuste, nonché la pandemia da Covid-19¡± che in Etiopia ha fatto registrare 145mila casi in totale ed oltre duemila decessi. La Caritas locale, dunque, supportata dalla sua omologa italiana, si è prontamente attivata avviando una rete di coordinamento per ¡°garantire una risposta umanitaria adeguata¡±, grazie ad ¡°un ampio programma di aiuti della durata di un anno¡±. Il progetto è stato lanciato ¡°per offrire un supporto nutrizionale ai bambini minori di 5 anni malnutriti e la distribuzione di voucher per l¡¯acquisto di cibo, la consegna di semi e animali per la ripresa di attività di sostentamento familiare¡±. È in corso anche la distribuzione di materiale agli sfollati (materassi, abiti, coperte, utensili per cucinare, secchi per la raccolta e la conservazione dell¡¯acqua), nonché la consegna diretta di acqua potabile. Al contempo, per offrire un sopporto medico-sanitario a bambini e anziani, sono previsti kit per il trattamento dei traumi, aiuto piscologico e assistenza didattica per i minori sfollati. Infine, è in programma l¡¯avvio di attività che favoriscano il dialogo e la convivenza pacifica. Per sostenere tutti questi progetti, la Caritas Italiana lancia un appello alla solidarietà: chi volesse contribuire, può trovare tutte le informazioni utili sul sito . ¡°Cessino le violenze, siano tutelati i civili, sia garantito l¡¯accesso agli aiuti, si torni al dialogo e le popolazioni possano ritrovare la pace¡±, conclude la nota.
Una voce per la pace
L¡¯appello della Caritas si unisce a quelli di tanti altri organismi ecclesiali che hanno invocato la pace per la regione del Tigray, tra cui i vescovi dell¡¯Etiopia, quelli dell¡¯Eritrea e i presuli del Regno Unito. Anche l¡¯Amecea (Associazione delle Conferenze Episcopali Membro dell'Africa Orientale) e il Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) hanno chiesto, in questi mesi, un cessate-il-fuoco immediato, mentre il Consiglio mondiale delle Chiese ha pregato ¡°per la fine del conflitto, per il ritorno sicuro degli sfollati e per un processo di riconciliazione inclusivo che porti a una pace sostenibile per tutti in Etiopia". In ultimo, ma non per importanza, vanno ricordate le esortazioni alla ¡°ricomposizione pacifica delle discordie¡± e alla fine delle violenze, lanciate da Papa Francesco e nel di Natale.
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