Immigrati: a scuola di integrazione
Giancarlo La Vella ¨C Città del Vaticano
L¡¯integrazione, per gli immigrati, è il passo successivo all¡¯accoglienza, quando si arriva in un Paese del quale spesso non si sa nulla. Il primo modo di compiere questo passo è quello di imparare la lingua del posto per poter iniziare a comunicare. A questo scopo le associazioni che fanno parte della Rete Scuolemigranti si adoperano con corsi di vario genere a far conoscere agli immigrati che lo richiedono lingua, cultura e tradizioni italiane. Il tema è stato al centro del convegno, presso l¡¯Università RomaTre, dal titolo ¡°Immigrazione: ¡°Immigrati con-cittadini. Buone pratiche per la vita in comune¡±. Ramona Medici, dell¡¯associazione ¡°Fare Integrazione¡±, sottolinea come sia essenziale fare questo percorso formativo.
Immigrati, ma anche volontari
¡°Gli immigrati ¨C e non pochi tra loro ¨C fanno anche volontariato. Le loro storie non sono molto conosciute? ma ci sono persone? gruppi? associazioni impegnati come gli italiani e con gli italiani? perché si sentono non solo cittadini? ma con-cittadini. E¡¯ questo lo scatto da fare per una reale integrazione nel tessuto sociale e lavorativo. E¡¯ un po¡¯ l¡¯esperienza che sta vivendo Mohammed El Nambarawy, egiziano di Giordania, venuto in Italia diversi anni fa ed ora in prima linea nell¡¯accogliere, insegnando loro la lingua italiana, i nuovi migranti.
Un servizio di accoglienza a tutte le etnie
Tutti a scuola, nessuno escluso. Le associazioni della Rete Scuolemigranti offrono il loro servizio a quelle realtà etniche anche meglio inserite nel tessuto sociale italiano, come i cinesi o i filippini. Conoscere meglio la lingua del posto serve soprattutto per non creare separazioni o isolamenti di alcuni gruppi rispetto ad altri. Questo è un obiettivo importante che le associazioni portano avanti con coscienza. Come affermano Angela Tamborrino, dell¡¯associazione Educando, e Leidy Diaz, che, come Mohammed El Nambarawy, svolge ora volontariato come insegnante di lingua italiana.
Migranti con-cittadini
Il Convegno ¡°Immigrati con-cittadini. Buone pratiche per la vita in comune¡±? è stato un¡¯occasione per incontrare i migranti che si prendono cura delle città e dei beni comuni? proponendo arte? sport? cultura? formazione per adulti e bambini? creando occasioni di dialogo interculturale e arricchendo la comunità di conoscenza e relazioni. Soulayman Sangore e Abdo Ageza? per esempio? sono tutor volontari di Sport Senza Frontiere: durante l¡¯anno insegnano le discipline sportive a bambini e ragazzi che frequentano gratuitamente i centri polisportivi di Sport Senza Frontiere e d¡¯estate sono impegnati al Terminillo nel Joy Summer Camp? che ospita i bambini delle zone terremotate. Babakar ha 24 anni e viene dal Senegal. Durante la settimana lavora? ma il sabato fa volontariato? insegnando nel laboratorio ¡°Taglia e cuci in tutte le lingue del Mondo¡±. Altri migranti accompagnano i visitatori in quattro quartieri di Roma, descrivendo loro la città con gli occhi del migrante. Monica invece è messicana? laureata in Italia? ama le lingue. È volontaria nell¡¯associazione Dialogo di Aprilia? con la quale dal 2018 il sabato gestisce un laboratorio di italiano per una decina di bambini di diverse nazionalità? delle scuole elementari e medie. Una storia emblematica è quella della ruandese Marie Claire Safari, che ha lasciato il Ruanda durante il genocidio degli anni ¡¯90, ora professionista nel settore sanitario, sposata e con una famiglia in Italia.
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