Indagine sul gioco d¡¯azzardo: 18 milioni di giocatori, 700.000 minorenni
Claudia Valenti ¨C Città del Vaticano
Sono allarmanti i dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d¡¯azzardo, realizzata dall¡¯Istituto Superiore di Sanità nell¡¯ambito dell¡¯accordo scientifico con l¡¯Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La ricerca ha consentito di focalizzare l¡¯attenzione sul fenomeno e di fotografarne l¡¯aspetto patologico, tenendo in considerazione i molteplici fattori che concorrono all¡¯instaurarsi del comportamento problematico. Tra le novità di questi studi, il focus sui minori tra i 14 e i 17 anni.
Dipendenza del giocatore problematico
¡°Dall¡¯indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d¡¯azzardo almeno una volta nell¡¯ultimo anno ¨C dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell¡¯ISS ¨C e, fra questi, un milione e mezzo sono giocatori problematici, che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari¡±. Rispetto ai giocatori sociali, che giocano per motivi ricreativi, quelli problematici hanno una vera e propria dipendenza: perdono la capacità di controllare volontariamente i propri comportamenti, non riescono più a stabilire e rispettare un limite di tempo e denaro da impiegare e ha come unico scopo della giornata la ricerca compulsiva dell'attività che genera piacere. Come le altre dipendenze, anche quella da gioco è caratterizzata da elementi ricorrenti: il craving, desiderio improvviso e incontrollabile di giocare; l'astinenza, sensazione di irrequietezza associata a sintomi fisici e psicologici se non si riesce a giocare; l'assuefazione, necessità di aumentare progressivamente la quantità di tempo dedicato al gioco. Caratteristica specifica dei giocatori patologici, infine, il gambling, ovvero la tendenza a sovrastimare la propria abilità di calcolo delle probabilità e a sottostimare l'esborso economico che porterà ad una vincita.
Giocatori minorenni: quanti sono e a cosa giocano
La ricerca dell¡¯ISS ha rilevato che quasi 700.000 minorenni hanno giocato d¡¯azzardo almeno una volta nell¡¯ultimo anno. I giocatori sono più maschi (41,1%; per una stima di circa 486.200 ragazzi) che femmine (16,8% per una stima di circa 186.800 ragazze). Rispetto all¡¯area geografica, giocano prevalentemente gli studenti del Sud del paese (36,3%) e a seguire delle Isole (29,9%). I giovani italiani giocano prevalentemente alle lotterie istantanee o in tempo reale (21,1%), praticano scommesse sportive (17,1%), scommesse virtuali (8,1%) e giocano alle slot-machine (6,8%), recandosi dai tabaccai, nelle sale scommesse e nei bar. Come per gli adulti, si riscontra un¡¯associazione tra comportamento di gioco e stili di vita non salutari (fumo, alcol e altre sostanze). Il 10,8% degli intervistati, che ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, ha scelto di giocare in base alla pubblicità vista o sentita.
Cause della dipendenza giovanile
Per quel che riguarda i ragazzi, la dipendenza da gioco d'azzardo deriva da una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali, che varia da persona a persona. Il tratto psicologico che predispone maggiormente allo sviluppo delle dipendenze è la scarsa capacità di autocontrollo, una caratteristica tipica dell'adolescenza; mentre i principali fattori di rischio ambientali riguardano il contesto socio-economico in cui i ragazzi vivono, dall'esposizione a eventi stressanti, alla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche. ¡°Per i ragazzi ¨C afferma a Vatican News Don Armando Zappolini, presidente di Cnca e portavoce della campagna ¡°Mettiamoci in gioco¡± - il meccanismo è simile a quello che verifica con l¡¯alcool e le droghe: l¡¯adolescenza è l¡¯età nella quale si esplora, si vogliono provare nuove sensazioni, ed è chiaro che se ci si imbatte in offerte allettanti e facilmente reperibili, è più facile cadere nel rapporto compulsivo con il gioco d¡¯azzardo¡±. Zappolini ritiene che i ragazzi di oggi siano soli: ¡°Tutti dovremmo adoperarci per capire come incrociare un mondo di giovani che è lasciato in balia di chi, su questa loro giovinezza, specula e fa guadagni¡±.
La crisi economica fra le cause della patologia
¡°Anche la crisi economica ¨C dichiara Don Armando Zappolini ¨C ha sicuramente inciso sulla diffusione del gioco d¡¯azzardo, rendendo più appetibile la proposta di soluzioni scorciatoia per risistemare le proprie precarietà economiche¡±. Il rapporto dell¡¯ISS infatti ha voluto indagare l¡¯aspetto economico del gioco problematico: avere un reddito inferiore ai 15.000€ espone circa il doppio al rischio di sviluppare un comportamento di gioco problematico rispetto alle altre fasce di reddito, così come non riuscire a risparmiare nulla espone circa 5 volte di più al rischio di sviluppare un comportamento di gioco problematico rispetto a chi risparmia comunque qualcosa. Riporta inoltre che il 5,8% dei giocatori problematici adulti ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 dei non giocatori, il 27,7% ha ottenuto prestiti da società finanziare rispetto al 4% del non giocatore e il 14,2 ha chiesto prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori.
L¡¯azione dello Stato per il gioco d¡¯azzardo
¡°In questi anni ¨C dice Don Armando Zappolini ¨C lo stato ha in pratica deregolato il sistema: c¡¯è stata un¡¯esplosione di possibilità di gioco, di scommesse, di nuovi gratta e vinci. Favorire l¡¯offerta rende, ovviamente, ancora più difficile evitare la trappola di cadere nella patologia¡±. Negli ultimi anni, il governo ha cercato di limitare la diffusione del gioco d¡¯azzardo con una serie di provvedimenti. Già con il governo Gentiloni, predispose una prima limitazione della pubblicità sul gioco, che però fu più che altro un¡¯azione simbolica, senza risultati effettivi. Anche gli enti locali di comuni e regioni hanno provato ad attivarsi in questo campo, ma le proposte sono state scarse e gli esiti non sono stati positivi. ¡°Tutte questo¨C continua Zappolini - rende ancora più colpevole una politica che, fino ad ora, non soltanto è rimasta a guardare, ma molto spesso è stata complice della diffusione del fenomeno¡±.
Provvedimenti per limitare il fenomeno
Già da un anno, intanto, è diventato attivo presso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell¡¯Istituto Superiore di Sanità, un numero verde (800 558822) per aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d¡¯azzardo e i loro familiari. Per far conoscere meglio questo strumento di aiuto, l¡¯ISS ha attivato una campagna di comunicazione nazionale che, con il contributo di Responsabilità Sociale Rai, diffonderà uno spot e promuoverà la presenza di esperti in questa patologia nelle varie trasmissioni. La campagna è sostenuta dalla Diocesi di Roma, grazie alla quale il numero verde sarà promosso in 336 parrocchie romane e in tutte le sale d¡¯attesa di Italo Treno.
La campagna nazionale: ¡°Mettiamoci in gioco¡±
¡°Abbiamo creato Mettiamoci in gioco nel 2012 ¨C racconta Don Armando Zappolini ¨C con un duplice obiettivo: quello di sensibilizzare l¡¯opinione pubblica e le istituzioni sulle reali caratteristiche del gioco d¡¯azzardo nel nostro paese e sulle sue conseguenze¡± che sono sociali, sanitarie ed economiche; ¡°e quello di interloquire con la politica¡±, quindi di avanzare proposte di regolamentazione del fenomeno, fornire dati e informazioni, catalizzare l¡¯impegno di tanti soggetti che, a livello nazionale e locale, si mobilitano con gli stessi fini. ¡°Il rapporto con la politica è faticoso ¨C ammette Zappolini ¨C ma in questi ultimi anni ha prodotto alcuni passaggi importanti: il riconoscimento della malattia, la sua presa in carico nei Livelli Essenziali di Assistenza, l¡¯idea di bloccare la pubblicità sul gioco d¡¯azzardo¡±. L¡¯iniziativa, di cui Don Armando Zappolini è promotore e portavoce, è promossa da una pluralità di soggetti: istituzioni, organizzazioni di terzo settore, associazioni di consumatori, sindacati, che stanno ¡°chiamando la politica a scelte coraggiose, perché ogni giorno, purtroppo, - conclude Zappolini - c¡¯è gente che muore per il gioco d¡¯azzardo, ci sono famiglie che si rovinano e storie che non possono più lasciarci indifferenti¡±.
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