¡°Una star da tre soldi¡± in scena il 10 marzo a Milano
Roberta Barbi ¨C Città del Vaticano
Incrociare una moderna Cenerentola a un classico del teatro come ¡°L¡¯opera da tre soldi¡± di Brecht, della quale vengono ripresi i personaggi principali come la famiglia Peachum, che nei bassifondi di Londra vive di espedienti: c¡¯è riuscita una compagnia un po¡¯ speciale, composta da 8 attori con sindrome di Down e 3 attori senza, che fanno capo alla onlus Circolo di Porta Romana, da anni attiva nel panorama milanese. Spettacoli di ottimo livello, i loro, recensiti sempre positivamente, tanto da essere capaci di uscire dai circuiti classici del teatro sociale e da soddisfare le molte richieste ricevute avviando un secondo laboratorio teatrale.
Il regista: ¡°Attori disponibili a mettersi in gioco¡±
Entusiasti dell¡¯esperienza i protagonisti, entusiasta il regista di ¡°Una star da tre soldi¡±, che andrà in scena il 10 marzo al Teatro Oscar di Milano, Alessio Corini: ¡°I miei attori sono sempre disponibili a mettersi in gioco e dirigere loro è come dirigere chiunque: fa parte del lavoro del regista, infatti, considerare limiti e capacità di chi ha davanti ¨C racconta ¨C l¡¯unica difficoltà risiede nel proporre testi adeguati che possano interessarli¡±. ¡°L¡¯esclusione non viene dalla disabilità, ma spesso dal mondo che la circonda ¨C aggiunge ¨C il teatro non esclude nessuno¡ tranne chi non lo ha mai provato¡±.
Obiettivo principale: l¡¯autonomia
Il teatro, però, è solo una delle attività che il Circolo propone e che ha, come fine ultimo, l¡¯autonomia di questi ragazzi. ¡°Il laboratorio teatrale facilita la relazione con i colleghi, fa lavorare sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sulla necessità di osservare alcune regole ¨C esordisce Renata Agosti, vicepresidente del Circolo Porta Romana ¨C tutto quello che facciamo, tutti i nostri sforzi sono indirizzati a renderli autonomi¡±. La ricetta migliore sembra essere lavorare sulle loro curiosità e nel rispetto delle loro possibilità: ¡°L¡¯autonomia è l¡¯obiettivo principale innanzitutto perché i nostri figli hanno il diritto di essere trattati come gli altri ¨C prosegue ¨C poi perché vogliamo infondere loro fiducia sul fatto che possono farcela; infine perché pensiamo anche a quello che sarà dopo di noi¡±.
Tra le iniziative del Circolo, anche il Progetto Casa
Tra le iniziative che il Circolo ¨C creato nel 2000 per iniziativa di alcune famiglie con figli Down, secondo un intento che fosse di natura educativa e non meramente assistenziale ¨C c¡¯è, dal 2009, anche il Progetto Casa, il primo nel capoluogo lombardo. Anche in questo caso, un grande lavoro in direzione dell¡¯obiettivo autonomia, che oggi consente a 14 ragazzi di vivere da soli o con coinquilini, ¡°ma il Circolo riceve continuamente nuove richieste che di volta in volta vanno valutate, perché i nostri figli, anche se hanno la sindrome di Down, non sono tutti uguali, hanno qualità ed esigenze diverse¡±, conclude Agosti.
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