Natale del Signore
Fin dall¡¯inizio i cristiani celebravano quanto il Signore Gesù aveva compiuto per la salvezza dell¡¯umanità. Lo faceva ogni domenica, nella ¡°Pasqua settimanale¡± e, come festa annuale, la domenica dopo la prima luna piena di primavera, la Pasqua. Con l¡¯inizio del IV secolo, il calendario liturgico comincia a cambiare, dando valore anche all¡¯esperienza ¡°storica¡± di Gesù: il Venerdì Santo per ricordare la morte di Gesù, e quindi l¡¯Ultima Cena ¡ e in questa dinamica, il Natale, la nascita di Gesù, della quale nel 336 ne abbiamo la prima testimonianza, alla quale poco dopo seguirà la festa orientale natalizia dell¡¯Epifania, il 6 gennaio. La data era legata alla festa civile pagana del ¡°natale del sole invitto¡± (Natale Solis Invicti) che l¡¯Imperatore Aureliano aveva introdotto nel 274 a onore della divinità siriaca del Sole di Emesa, fissata appunto il 25 dicembre. La solennità di Natale è l¡¯unica celebrazione con quattro Messe: quella della vigilia, della notte, dell¡¯aurora, del giorno, e i testi sono uguali per tutti e tre gli anni liturgici. Una scelta che mira a approfondire e valorizzare, quasi al rallentatore, l¡¯Avvenimento che ha cambiato il corso della storia: Dio si è fatto uomo.
Vigilia: Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo ¡ Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo (Mt 1,1-25).
Notte: ¡°Non temete: vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia¡± (Lc 2,1-14).
Aurora: Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l¡¯un l¡¯altro: ¡°Andiamo a dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento¡± ¡ Andarono senza indugio ¡ Poi se ne tornarono glorificando e lodando Dio (Lc 2,15-20).
Giorno: In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ¡ E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1-14).
Oggi la Luce è entrata nel mondo. Oggi, così come avviene da più di duemila anni, la Luce squarcia il buio della notte e delle tenebre e ci illumina. Quella Luce ha per noi un volto e un nome: Gesù Cristo, preannunciato dal profeta Isaia: ¡°Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce¡± (Messa della notte di Natale, Is 9,1-6). Lui è la Luce del mondo che illumina le tenebre (Gv 1,9; 3,19. Vangelo del giorno di Natale); Lui è la Speranza che non delude (Rm 5,5); Gesù, radice e stirpe di Davide (cfr 2Sam 7,8ss, la promessa di Dio al re Davide (IV domenica di Avvento; Ap 22,16); Gesù è la stella radiosa del mattino (Ap 22,16).
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Questo è il Natale. Un Fatto, un Avvenimento che è stato capace di cambiare il corso della storia. Dio si è fatto uomo pur di renderci figli di Dio (cfr sant¡¯Ireneo). Un Avvenimento così importante, così decisivo che la liturgia stessa ha scelto di farcelo gustare quasi al rallentatore, offrendoci non una ma quattro Messe di Natale: la Messa della vigilia (verso le ore 18.00), la Messa della notte (di solito tra le 21 e le 24, quest¡¯anno alle 20 circa), quella dell¡¯aurora (tra le 7 e le 9 circa) e quella del giorno (tra le 10 e le 18 circa). Quattro Messe per assaporare tutta la gioia di questo Avvenimento che ha sorpreso/scombinato i piani umani. Questa è la gioia del Natale: ¡°Oggi è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore¡± (Lc 2,11, vangelo della notte). Il Signore Gesù si fa a noi vicino per dirci di non avere paura, di rompere l¡¯indifferenza gli uni degli altri, perché Dio, in Gesù suo Figlio, si è compromesso con l¡¯umanità ferita dal peccato pur di salvarci.
Dettagli storici
Il testo di Luca, che ascoltiamo nella Messa della notte, è ricco di particolari cronologici e storici: ¡°Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si fece il censimento su tutta la terra¡si fece quando Quirinio era governatore della Siria¡¡± (Lc 2,1-2). Particolari che possono lasciare indifferenti talmente siamo desiderosi di arrivare alla notizia che Gesù è nato; ma sono dettagli non secondari, perché indicano che la nascita di Gesù non appartiene alle ¡°favole¡± ma a un fatto inserito pienamente dentro la storia.
Albero genealogico
Così come è indicativo il vangelo della vigilia, che inserisce Gesù dentro un albero genealogico non proprio perfetto, visti i personaggi: eppure, Lui accetta di entrare dentro questa storia familiare, che non brilla certo di santi. Nel lungo elenco sono nominati i patriarchi, poi i re prima e dopo l¡¯esilio di Babilonia. Re fedeli e altri idolatri, immorali e assassini. E che dire del re Davide, nel quale si intrecciano fedeltà a Dio, peccati e delitti (ricordiamo solo il crimine da lui confessato nel salmo 50, dopo aver fatto uccidere Uria). La genealogia mira a testimoniare-confermare che Gesù è della ¡°stirpe di Davide¡± (cfr Mt 1,6ss), e che la promessa che Dio ha fatto a Davide di costruirgli ¡°una casa¡± (cfr 2Sam, IV domenica di avvento) ha trovato pienezza in Gesù. La genealogia mostra che si è parte di una storia più grande, e ciò vale per l¡¯uomo Gesù, Colui che inaugura una nuova storia. Dietro ogni nome, seppur talvolta enigmatico, c¡¯è comunque una storia attraverso la quale Dio ha reso possibile qualcosa. Una pagina che svela che dietro ogni volto c¡¯è un¡¯elezione di Dio e una sua promessa: così un tempo e così oggi. Anche noi siamo stati ¡°eletti¡± per grazia di Dio: ¡°Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi¡± (Gv 15,16). Non scelti per i nostri meriti, ma per la sua misericordia: ¡°Ti ho amato di amore eterno¡± (Ger 31,3). Questa è la nostra certezza: ¡°Il Signore dal seno materno mi ha chiamato¡± (Is 49,1).
E come un tempo, così anche oggi Gesù entra dentro questa storia e c¡¯invita a guardare oltre, c¡¯invita a leggere questo particolare tempo storico e sociale non con le litanie disfattiste del lamento, ma con quella Luce che viene dall¡¯alto e che tutto illumina.
In fondo, anche Giuseppe e Maria non si sono trovati in un contesto agevole, eppure¡
La mangiatoia
¡°Compiutisi per Lei i giorni del parto, diede alla luce il suo Figlio primogenito, Lo avvolse in fasce e lo depose nella mangiatoia¡± (cfr Lc2, 7, Messa della notte). Dio Padre, l¡¯Onnipotente, attraverso Maria, depone in una mangiatoia un Bambino, l¡¯Emmanuele, il Dio con noi. Un Bimbo che dà inizio/archè a un nuovo Regno, a una nuova Storia di salvezza: regno di giustizia e di pace, di amore e di verità.
¡°Lo adagia in una mangiatoia¡±. Il verbo greco indica la posizione di chi mangia, quasi sdraiati come i soldati romani. Ma Gesù bambino è adagiato nella greppia degli animali: è un ricettacolo di insetti, bave di animali, sporcizia. Un inizio che suggerisce quanto l¡¯intera vita di Gesù sarà così: gli angeli cantano in cielo e un re lo perseguiterà; un giorno sarà acclamato dalle genti e il giorno dopo sarà condannato dalla stessa folla. Un giorno fatto re e l¡¯altro inchiodato come malfattore. Rifiuto e gloria saranno i segni che contraddistingueranno questo Bimbo.
Ma c¡¯è anche un altro particolare che spesso è indicato nelle icone. Quel Bimbo viene posto dove gli animali si cibano. Quel Bimbo, che necessita di nutrirsi per crescere, fin dall¡¯inizio viene celebrato come il ¡°pane¡± che nutre: ¡°Fate questo in memoria di me¡±. Questo Bimbo, in questi dettagli, si svela a noi per chi è, ma nello stesso tempo, ci svela il percorso per un nostro bel vivere. In un tempo in cui l¡¯uomo è schiavo dei suoi stessi superficiali appetiti, Gesù indica una vita nuova capace di mettere ordine ai tanti disordinati appetiti che non saziano se non la propria bramosia di illudersi di ¡°essere come Dio¡±, di autoaffermarsi/emanciparsi da Dio, conseguenze del peccato originale: ¡°La donna vide che l¡¯albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese dell¡¯albero e ne mangiò, poi ne diede anche al marito¡± (Gn 3,6). In quell¡¯essere nella mangiatoia, Gesù ci educa a nutrirci di ciò che conta affinché da mangiatori compulsivi impariamo a divenire ¡°pane che si dona¡±. Basti ricordare che la prima delle tentazioni di Gesù nel deserto verteva proprio sul concetto di ¡°cibo¡±: ¡°Dì che queste pietre diventino pane¡Non di solo pane vive l¡¯uomo, ma di ogni Parola che esce dalla mia bocca¡± (Mt 4,3-4), mostrando così lo stile da assumere.
Le fasce
Maria ¡°avvolge¡± il Bimbo ¡°in fasce¡±: Maria, pur nella precarietà, è organizzata. Questo ci suggerisce d¡¯imparare a ¡°organizzarci¡± affinché il Bimbo che chiede di nascere nel nostro cuore, nella nostra vita, trovi accoglienza, cura e protezione. In altri termini, possiamo dire che la memoria del Natale di nostro Signore illumina i ¡°natali quotidiani¡± dove la fede ¨C ossia l¡¯amicizia con il Bimbo Gesù ¨C chiede di essere accolta e custodita nelle ¡°fasce¡± delle nostre attenzioni e cure, affinché non si svilisca. In quel ¡°bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a vedere la logica con la quale Dio agisce e dalla quale noi imparare ad agire ¡°come Dio¡±. Siamo invitati a invertire le nostre logiche, le nostre strategie: ci è chiesto un cambiamento di mentalità e di prospettiva. Non è ciò che è grande e importante che conta, ma ciò che è piccolo e apparentemente insignificante: dal grande al piccolo, dalla forza alla debolezza, dal potere al dono, perché così agisce Dio! Anche noi, come cristiani, siamo chiamati ad essere ¡°segno¡± discreto della potenza dell¡¯amore di Dio, umile strumento del Regno del Signore, certi che ¡°ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini¡± (cfr 1Cor 1,25). Il termine ¡°segno¡± non va inteso come debolezza o arrendevolezza, perché se ¡°il sale perdesse il sapore¡a null¡¯altro serve che ad essere gettato via¡± (cfr Mt 5,13). Il mio e nostro essere cristiani dovrebbe diventare quel richiamo vivo e credibile del chicco di grano che porta frutto; ¡°segno¡± di quel Bimbo di Betlemme, Gesù, qui ed ora. Un vivere ed agire capace di mostrare la gioia ¡°natalizia¡±, per una Vita donata dall¡¯Alto capace di ¡°spezzarsi¡± per gli altri per amore (vedi Pasqua).
I pastori
L¡¯ingresso di Dio dentro la storia avviene attraverso ¡°porte secondarie¡± e metodi non convenzionali, tanto che anche gli angeli portano l¡¯annuncio ai pastori, non ai sacerdoti al tempio. I pastori erano poveri guardiani pagati per vegliare le pecore. Esclusi dal popolo perché nomadi, perché a contatto con gente non appartenente al popolo, straniera, e quindi impure per la legge. E gli angeli portano per primi a loro l¡¯annuncio. Affida a loro per primi il compito di adorare e andare ad annunciare: ¡°Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere¡Andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia¡I pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio¡¡± (Lc 2,15-20, vangelo della Messa dell¡¯aurora).
In quei pastori, nomadi che come Gesù non sanno dove posare il capo (Mt 8,20), possiamo vedere i nomadi guardiani del nostro cuore, quella parte inquieta di noi che veglia, che cerca, che aspetta Qualcuno ma che spesso sbaglia il proprio nutrimento, ingannando la vera fame e sete del cuore. In fondo ciascuno di noi è quel pastore che cerca di seguire le sue povere cose, e quando crede di essere arrivato, si accorge che il cammino non è finito.
Il Natale
Il Natale di nostro Signore Gesù, ci ricorda che Dio è presente in tutte le situazioni in cui lo crediamo assente o in cui riteniamo che Lui non possa esserci. Questa fede ci spinge a guardare a questo tempo con maggiore serenità e speranza: Dio è qui, talmente presente che forse, anzi ne sono certo, ci sta chiedendo di rivedere le nostre abitudini. C¡¯invita a ricordarci che come Lui è venuto per salvarci, così anche noi, in Lui, possiamo salvarci solo se camminiamo insieme, se impariamo a prenderci cura gli uni degli altri. Siamo invitati a farci ¡°mangiatoia¡±, dove gli altri possono nutrirsi del pane dell¡¯amicizia, dell¡¯amore, della misericordia, della speranza. Il Signore si offre a noi perché noi lo portiamo con la testimonianza della nostra vita. Come cristiani siamo invitati a farci carico della speranza di questa umanità così disorientata e sola, a farci sentinelle del nuovo mattino¡affinché le tenebre di questo tempo siano squarciate dalla Luce che viene dal Signore Gesù, che è il Signore Gesù.
Gesù, realtà decisiva dell¡¯esistenza
Lui è la realtà decisiva della mia e nostra esistenza. Nel Signore Gesù, che si fatto a noi vicino, impariamo a divenire fratelli tutti per condividere una solidarietà e vicinanza interiore che è la cosa più preziosa, potendo anche noi lodare insieme agli angeli e dire: ¡°Gloria a Dio nell¡¯alto dei cieli, e pace in terra agli uomini amati dal Signore¡±.&²Ô²ú²õ±è;