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Foto di gruppo delle partecipanti alla Conferenza regionale asiatica di Talitha Kum Foto di gruppo delle partecipanti alla Conferenza regionale asiatica di Talitha Kum 

Talitha Kum, compassione e azione per bloccare la tratta di esseri umani

Si è tenuta a Giakarta la Conferenza regionale asiatica della rete delle religiose che combatte il traffico e lo sfruttamento di persone: la nostra missione non è solo salvare, ma anche sfidare i sistemi, difendere la dignità umana dei sopravvissuti

Di Suor Bernadette M. Reis

Talitha Kum Asia ha inaugurato il 26 agosto scorso la sua Conferenza regionale presso l’Erian Hotel, nel centro di Giakarta, invitando 60 delegati – religiose, partner e giovani ambasciatori provenienti da 16 Paesi asiatici a riflettere sul tema: “Compassione in azione: porre fine alla tratta di esseri umani.” Questo incontro di cinque giorni, concluso il 30 agosto, ha messo in luce la forza delle suore cattoliche, dei giovani e della collaborazione interreligiosa nell’affrontare una delle crisi più urgenti dei diritti umani in Asia.

Suor Prisca, ADM, presidente dell’Associazione delle Religiose in Indonesia, ha accolto calorosamente i partecipanti, sottolineando l’impegno incrollabile delle religiose cattoliche nella lotta in prima linea contro la tratta, così come la crescente collaborazione con partner interreligiosi che operano per la giustizia e la dignità umana.

La tratta di esseri umani in Asia, una crisi crescente

L’Asia rimane un importante crocevia della tratta di esseri umani. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, oltre 25 milioni di persone nel mondo sono vittime del lavoro forzato, con un numero significativo nell’area Asia-Pacifico, a causa di migrazioni insicure, povertà, sfruttamento digitale e deboli tutele istituzionali. Solo nel Sudest asiatico, migliaia di persone vengono coinvolte ogni anno nello sfruttamento sessuale e in truffe informatiche, spesso da parte di reti criminali transnazionali ben organizzate.

Suor Abby Avelino, MM, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, ha riferito che nel 2024 la rete ha raggiunto quasi un milione di persone attraverso attività di prevenzione, formazione, assistenza ai sopravvissuti e advocacy. «La nostra missione non è solo salvare - ha detto - ma anche sfidare i sistemi, difendere la dignità umana e mettere i sopravvissuti al centro».

Ascoltare i sopravvissuti

La toccante testimonianza di una sopravvissuta ha ricordato ai delegati la realtà vissuta:
«I trafficanti operano oltre i confini come una rete potente. La rete di Talitha Kum deve essere ancora più forte attraverso la grazia di Dio.»

I delegati hanno sottolineato la necessità di un’assistenza informata sul trauma, di un accompagnamento a lungo termine, della riduzione dello stigma, della leadership giovanile e di una collaborazione più solida - non solo all’interno delle reti cattoliche ma anche tra diverse fedi e nazioni - per eguagliare la portata e il coordinamento delle operazioni di tratta.

Piano d’azione, una risposta di fede

La conferenza ha presentato un piano d’azione in sei punti, radicato nei valori cattolici:

  1. Offrire un sostegno olistico ai sopravvissuti.
  2. Garantire un accompagnamento a lungo termine.
  3. Rafforzare la collaborazione transfrontaliera e interreligiosa.
  4. Combattere lo stigma attraverso l’educazione.
  5. Potenziare la leadership giovanile.
  6. Costruire reti regionali più forti guidate dalle suore e dai difensori sopravvissuti.

Guidati dal Vangelo

Ispirata da Fratelli Tutti e Laudato Si’, suor Paula Phonprasertruksa, SPC, coordinatrice regionale di Talitha Kum Asia, ha invitato tutti i partecipanti ad abbracciare una leadership di servizio:
«Diventiamo leader che ascoltano, servono e agiscono con coraggio.»

Guardando al futuro, la missione di Talitha Kum Asia rimane chiara: intessere reti di speranza—guidate dalle suore cattoliche, rafforzate dalla solidarietà interreligiosa e radicate nella compassione. La conferenza si concluderà il 30 agosto con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Ignatius Suharyo, arcivescovo di Giacarta, riaffermando l’instancabile impegno della Chiesa nel difendere la dignità, accompagnare i sopravvissuti e costruire un mondo in cui ogni persona sia libera, rispettata e al sicuro.

Attraverso la fede, la resilienza e l’unità dei cuori, la Chiesa continua a risuonare con la chiamata di Cristo: «Talitha Kum – Fanciulla, io ti dico, alzati» (Mc 5,41).

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02 settembre 2025, 16:24