Le mamme ucraine: il mondo ci aiuti a riavere la pace
Svitlana Dukhovych - Città del Vaticano
«Vedere queste mamme luminose e sorridenti è stato per me un vero miracolo», dice ai media vaticani fra Kostiantyn Morozov, francescano cappuccino, dopo il breve incontro di Papa Leone con le 40 madri ucraine che hanno perso un figlio in guerra. La partecipazione all¡¯udienza giubilare il sabato, 6 settembre, è stato il momento culmine del pellegrinaggio che le partecipanti del progetto ¡°Le Madri di Casa Padre Pio¡± attivo a Kyiv hanno compiuto in Italia la scorsa settimana. Il viaggio che ha compreso tre tappe spirituali ¨C Loreto, Assisi e Roma ¨C è stato oragnizzato dai Frati Minori Cappuccini della Provincia Serafica Immacolata Concezione e sostenuto dalle Edizioni Frate Indovino.
«Quando ho incontrato queste madri per la prima volta ¨C racconta fra Kostiantyn, uno degli ideatori del progetto ¡°Le Madri di Casa Padre Pio¡± attivato sul territorio della parrocchia dei Cappuccini a Kyiv ¨C i colori del loro umore erano cupi. Nel corso del programma di recupero sono diventati sempre più luminosi, più vivaci. E oggi le vedo bellissime, sorridenti. Durante il pellegrinaggio hanno avuto momenti di pianto, soprattutto quando abbiamo pregato nei luoghi sacri, perché c'è ancora tanta tristezza e preoccupazione per il Paese in guerra. Però adesso sono felice di vedere riaccendersi la speranza sui volti di queste mamme».
Il percorso proposto dal progetto prevede periodi di convivenza (in media 7 giorni) durante i quali il team di sacerdoti, psicologi e specialisti di riabilitazione, cercano di aiutare le mamme che vivono il lutto più grande, a ritrovare le forze e il desiderio di continuare a vivere. Dall¡¯inizio del progetto nel febbraio del 2023, sono già stati fatti 27 cicli di questo tipo, con circa 540 donne coinvolte.
«Questo progetto ¨C dice una delle mamme ¨C ha portato una ventata di luce nelle nostre vite, ci ha dato speranza. Durante i sette giorni del programma di riabilitazione il team ci ha messo l¡¯anima per aiutarci. Prima di partecipare a questo percorso non vedevo nulla, tutto mi sembrava spento. Ma quando sono tornata a casa, ho notato che nel mio giardino tutto era fiorito, tutto era verde e il cielo era azzurro. Per questo siamo molto grati ai frati cappuccini e a tutto il team del progetto. Soprattutto per coloro come me, che ha perso l¡¯unico figlio, è molto importante. E grazie anche a tutti gli italiani, a tutti i Paesi che ci sostengono e ci aiutano».
Il pellegrinaggio in Italia è stata una boccata di aria fresca non soltanto per le partecipanti del progetto ¡°Le Madri di Casa Padre Pio¡±, ma anche per il suo team. «Noi ¨C spiega Lyudmyla Bohdashevska, responsabile del progetto ¨C apriamo i nostri cuori a tutte le mamme. Cerchiamo di curare ogni dettaglio: da come incontrarle a cosa preparare di buono da mangiare. Per esempio, compriamo sempre fiori freschi. Abbiamo fiori in tutta la struttura in ogni periodo dell'anno: è importante. E quando le mamme arrivano e vedono i fiori freschi, ne sono entusiaste. Li toccano e chiedono se sono veri. La mamma ha bisogno di vivere¡ Insomma, ci dedichiamo completamente e quando finisce un percorso, abbiamo bisogno anche noi di ricaricarci. E quindi ringraziamo il Signore e i frati cappuccini, perché questo pellegrinaggio e l¡¯incontro con il Papa ci ha dato nuove forze».
Le madri ucraine arrivate in piazza San Pietro portavano con sé le immagini dei figli. Alcune le tenevano fra le mani, altre in una spilla con un piccolo ritratto, messo vicino al cuore. «Vorrei sottolineare che i nostri figli che sono caduti non sono semplicemente vittime, ma si sono sacrificati, hanno dato la vita per gli altri», dice una di loro. «Vogliamo che tutto il mondo ci ascolti ¨C sottolinea un¡¯altra mamma ¨C abbiamo bisogno di aiuto. Abbiamo percorso molti chilometri per dire ancora una volta: vogliamo la pace. Noi, madri che abbiamo perso i nostri figli, chiediamo al mondo intero di aiutarci affinché finalmente in Ucraina regni la pace. Non vogliamo che i nostri figli muoiano, vogliamo poter addormentarci senza paura di non svegliarci. In Italia, mentre viaggiavamo in autobus, ci dicevamo che per un attimo avevamo dimenticato che c'è la guerra in Ucraina, perché qui non volano droni, non ci sono razzi, non ci sono allarmi antiaerei, qui i bambini non muoiono».
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