Leone XIV accende la torcia della maratona-fiaccolata da Roma a Lecco
Vatican News
Una fiaccola, accesa questa mattina 3 settembre da Papa Leone XIV durante l’udienza generale in piazza San Pietro, è ora in viaggio verso Lecco. La portano una cinquantina di corridori, giovani e meno giovani, che nei prossimi giorni percorreranno gli oltre 600 chilometri che separano la Città Eterna dalla cittadina sul lago di Como, facendo tappe intermedie a Rieti, Prato Vecchio, Massa Carrara, e Piacenza.
Una tradizione dal 1975
La maratona-fiaccolata Roma-Lecco è un’iniziativa organizzata, ogni dieci anni a partire dal 1975 (con un’eccezione fatta solo nel 2000 in occasione del Giubileo) dalla parrocchia Beato Serafino, delle frazioni di Lecco, Chiuso e Maggianico.
Responsabilità e dono
“La fiaccola rappresenta una responsabilità, ma allo stesso tempo un dono affidatoci dal Santo Padre”, spiega Gianluca Castelnuovo, organizzatore dell’impresa sportivo-religiosa. “Ci viene affidata la missione di portare un messaggio nella nostra comunità, ossia – aggiunge il promotore della maratona - essere testimoni della vita cristiana nella nostra quotidianità”.
Un'offerta controcorrente per i giovani
La fiaccolata, nata da una consolidata tradizione di ispirazione ambrosiana, è “un’occasione di incontro delle diverse comunità locali che ospitano, ad ogni tappa, i corridori” e al contempo, spiega ancora Castelnuovo, “un’offerta controcorrente destinata ai giovani della nostra parrocchia”.
I cinquanta corridori percorrono in totale, ogni giorno, 120-140 chilometri, seguiti da un pulmino di scorta e da una biciletta che li assiste. Ognuno corre un chilometro prima di consegnare la fiaccola al corridore successivo. “Oggi partecipano i nipoti di chi cominciò questa tradizione nel 1975 – conclude l’organizzatore – ma c’è anche chi, 50 anni fa aveva sedici anni, e oggi corre ancora. È un’iniziativa seria, basti pensare che la fiaccolata, per una ragazza che la compì nel 1985, fu l’occasione di iniziare un percorso spirituale personale che poi la portò ad entrare in convento”.
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