Don Pino Puglisi, una vita dedicata al dialogo e alla legalità
Francesco Ricupero - Città del Vaticano
“La vita non è fatta semplicemente di violenza, di degrado ma ci sono valori come pace, fraternità e collaborazione”: è quanto ripeteva spesso don Pino Puglisi, il sacerdote siciliano ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 e di cui oggi ricorre il trentaduesimo anniversario dalla morte. Don Pino originario del quartiere Brancaccio a Palermo, togliendo dalla strada ragazzi e bambini — che senza il suo aiuto sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa e impiegati per rapine e spaccio — voleva riaffermare una cultura della legalità. E fu questa la principale causa dell’ostilità dei boss che, considerandolo un ostacolo, lo eliminarono proprio nel giorno del suo 56° compleanno.
Sacedote di frontiera ed educatore
“La sua testimonianza di fede, coraggio e dedizione – ha sottolineato Francesco Garofalo, presidente del Centro studi Giorgio La Pira di Cassano all’Jonio – rappresenta ancora oggi un potente modello pedagogico-educativo e uno strumento di cambiamento sociale e culturale da preservare, perché, come ci ha insegnato “se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” per costruire una società più giusta, consapevole e, soprattutto, libera dal ricatto mafioso. Da sacerdote di frontiera ed educatore, don Pino – ha aggiunto – ha compiuto una scelta precisa, stando accanto ai ragazzi del quartiere Brancaccio a Palermo, per sottrarli alla strada grazie al Centro di accoglienza Padre Nostro, da lui fondato”.
Nel ricordo di tanti siciliani
Oggi, in occasione della Beata Maria Vergine Addolorata, il beato Puglisi viene ricordato nell’eucaristia e anche nel corso di una cena di comunità promossa da ”Casa don Puglisi" a Modica, in provincia di Ragusa, presieduta da Maurilio Assenza. In questa struttura da poco più di trent’anni, trovano riparo e conforto donne (molte mamme) e bambini che portano grandi pesi nella loro vita. “La Casa don Puglisi – spiega ai media vaticani Assenza – è un ricordo vivo di don Pino, penso una delle prime con questo nome, che le è stato dato già nel 1996. Ha un’architettura particolare perché in basso, salendo la prima rampa di scale, c’è la cappella, ovvero il “fondamento” della casa; sopra, la sala da pranzo e attorno i vari appartamentini in cui abitano i nuclei accolti, ovvero la casa nella sua intimità; quindi, la biblioteca e il salone che si affacciano sulla strada che rimandano al rapporto con la città. La cappella è collocata dove una volta c’era un ripostiglio in cui si ammassava di tutto. La casa — prosegue Assenza — ha al centro il Vangelo, e questo significa anzitutto apertura verso tutti, al di là della fede religiosa, la cappella è un invito alla sosta, a cogliere segni profondi della vita e della storia che sono anch’essi Vangelo". La struttura, infatti, accoglie persone con particolari difficoltà familiari e sociali o donne sole che attraversano momenti di sofferenza, strutturando progetti educativi personalizzati e sempre tesi al reinserimento, che normalmente avviene attraverso tre grandi tappe: “La prima accoglienza, nella parte centrale della casa – spiega il presidente di Casa don Puglisi - che funziona come una grande famiglia; poi la progressiva autonomia negli appartamentini attigui, in cui ogni nucleo può sperimentare il proprio essere famiglia; infine l’inizio di una vita effettivamente autonoma in un’abitazione indipendente, sempre sotto il controllo e l’accompagnamento dell’équipe educativa. Le giornate all’interno della struttura sono scandite da momenti di preghiera affidate a due suore della Presentazione di Maria al Tempio provenienti dalla diocesi congolese di Butembo-Beni”.
Momento di preghiera sulla tomba del beato
Numerose le iniziative - promosse, nei giorni scorsi e anche durante la settimana, dal centro di accoglienza Padre Nostro di Palermo - che hanno ottenuto la medaglia di rappresentanza da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sono state patrocinate dal Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, presidenza della regione siciliana, città metropolitana di Palermo, comune di Palermo. Oggi pomeriggio, alle ore 16, presso il Centro polivalente sportivo "Padre Pino Puglisi & Padre Massimiliano Kolbe", a Palermo, saranno piantati 20 alberi di ulivo dedicati ai 20 bambini uccisi nella strage di Bullenhuser Damm, in Germania, nella ricorrenza degli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale; a seguire, alle 18.30, nella parrocchia di Santa Maria della Pietà (dove fu battezzato il prete siciliano), sarà celebrata una messa in memoria del beato Puglisi presieduta da don Giuseppe Di Giovanni. Venerdì 19, alle ore 9.30, nella cattedrale di Palermo si terrà la manifestazione "Un fiore per 3P" alla quale prenderanno parte le scuole del capoluogo siciliano e i minori del Centro di accoglienza Padre Nostro. Mentre ieri, domenica, in occasione della celebrazione degli “80 anni di sport e di impegno a servizio della comunità siciliana” del Centro sportivo italiano (Csi) l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha presieduto un momento di preghiera sulla tomba del beato Puglisi in compagnia dei tanti giovani presenti.
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