Tra i detenuti di Busto Arsizio: Acutis e Frassati, esempi di innocenza che ispirano
Roberta Barbi – Città del Vaticano
C’è Isaac, fuggito dalla Nigeria dopo che in una sparatoria in Chiesa ha perso tutta la sua famiglia, poi c’è Jamein, che a febbraio era appena stato battezzato dopo una conversione avvenuta in carcere grazie allo sguardo di Gesù riflesso nei volontari, e c’è Marco, che non può vedere suo figlio ma ogni domenica, davanti alla reliquia di Carlo Acutis prega, sapendo di affidarlo in mani sicure. Sono solo alcune delle storie che popolano la casa circondariale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, raccontate dal cappellano, don David Maria Riboldi, dopo l’eccezionale dono di cui sono stati protagonisti qualche mese fa.
Un dono speciale
Il 12 febbraio di quest’anno, infatti, il vescovo di Assisi (nel cui Santuario della Spogliazione riposa il corpo di Carlo Acutis) Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, aveva voluto donare ai detenuti di questo istituto di pena una reliquia del nuovo Santo, oggi custodita nella grande cappella del carcere, dentro una teca realizzata nella falegnameria interna e sormontata da un quadro dipinto da un detenuto dotato di talento artistico, copia esatta di quello regalato quel giorno al presule di Assisi. “Quel dono e quella presenza sono state accolte dai ristretti che vi hanno corrisposto i propri cammini spirituali – ricorda con i media vaticani il cappellano – situazioni personali spesso drammatiche che però i detenuti sentono di affidare a San Carlo Acutis come a un amico o a un confidente”.
Presenza viva
“Da quando abbiamo con noi la reliquia – continua don David – San Carlo Acutis fa parte delle mie omelie domenicali e anche della formazione spirituale con cui mi avvicino ai detenuti”: è così che spesso si sentono ripetere “Non io, ma Dio”, oppure che “tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopie”. Oltre all’Eucaristia, definita “l’autostrada verso il Cielo”, ossia, secondo il cappellano, “la via per recuperare l’originalità del nostro io fatto a immagine di Dio”. Tutti insegnamenti che nella giornata di oggi potenziano il proprio significato.
Acutis e Frassati: esempi di “innocenza”
Nella giornata in cui la Chiesa si arricchisce di due nuovi Santi, testimoni giovani dell’amore di Dio e del farsi dono per gli altri, questo l’insegnamento che possono offrire a chi vive in condizioni di privazione della libertà personale, secondo don Riboldi: “Insegnano l’innocenza – conclude – che non si perde dopo l’infanzia, nemmeno per chi ha commesso pubblici peccati come possono essere considerati i reati, perché Dio ce la ridona e lo sguardo autentico e cristallino di San Carlo Acutis e San Pier Giorgio Frassati sono un grande richiamo a questo”.
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