La mamma di Acutis: Carlo tocca tanti cuori, è un ponte che porta a Gesù
Daniele Piccini – Città del Vaticano
Non è facile immaginare i sentimenti di una madre che vede proclamata la santità del figlio davanti a decine di migliaia di persone, con la consapevolezza che sono milioni i devoti nel mondo che lo pregano e lo portano nel cuore. Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, era oggi, 7 settembre, con marito e figli alla Messa di canonizzazione presieduta dal Papa. E condivide con i media vaticani la strada che in questi anni si è sviluppata culminando con la cerimonia in Piazza San Pietro.
Signora Acutis, come ha vissuto le ore che hanno preceduto la Messa di canonizzazione?
Sono contenta perché certamente è il coronamento di un iter che è durato tanti anni, dove abbiamo ricevuto tante belle sorprese da Carlo. Ogni giorno ci arrivano infatti notizie di miracoli, conversioni. Quindi sicuramente i fedeli saranno tutti contentissimi. Sono emozionata, ma anche tranquilla, serena, perché comunque questa canonizzazione avrà gli effetti che tutti i fedeli aspettavano. Carlo ha fedeli in tutto il mondo - dalla Cina, dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall'America Latina. Sono contenta soprattutto per loro. Credo che Carlo stia toccando tanti cuori, tante vite, con il suo esempio, con la sua fede contagiosa e questo mi fa molto piacere.
C'è un ricordo particolare di suo figlio che, in questo frangente, le viene in mente con maggiore insistenza?
Carlo ha lasciato tanti ricordi belli, la sua grande fede, questa grande devozione che aveva. Mi ricordo che quando organizzava la mostra sui Miracoli Eucaristici era preoccupato. “Ci sono file chilometriche davanti a un concerto, davanti a una partita di football - diceva - ma non vedo queste file davanti al tabernacolo dove c'è la vita e la reale presenza di Cristo”. E mi ricordo che lavorava, quando ero in vacanza, fino alle due, alle le tre di notte, e mia madre che dormiva con lui gli diceva: “Ma Carlo, queste cose falle fare alla Chiesa!”. Ma lui passava tutte le estati a organizzare cose. Si preoccupava che la gente capisse l'importanza dell'Eucaristia. Sicuramente il ricordo più bello che ho di Carlo è questa generosità, questo amore per il prossimo e soprattutto per Dio.
Come si immagina la sua vita da domani?
La mia vita di fede sarà sempre la stessa. La vita è un percorso verso la santità. Speriamo di poter progredire anche noi, perché siamo tutti limitati, siamo in cammino, la nostra meta è il cielo. Però la vita presenta ostacoli, fragilità, ne abbiamo tante. Vorrei avere quelle grazie sufficienti ad aiutare me e la mia famiglia. Vorrei poter anche io seguire questo cammino di santificazione. Ma vorrei che questa grazia la ricevessero anche tutti i devoti di Carlo. Lui serve come ponte, un ponte per arrivare a Gesù.
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