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Il cardinale Baldo Reina durante celebrazione, a Roma, per la memoria liturgica di Sant'Agostino Il cardinale Baldo Reina durante celebrazione, a Roma, per la memoria liturgica di Sant'Agostino 

Reina: con il Papa invochiamo la pace chiedendo l’aiuto di Sant’Agostino

Nella Messa presieduta questo pomeriggio, 28 agosto, per ricordare il vescovo di Ippona, nella basilica romana a lui dedicata, il vicario generale per la diocesi di Roma, ha esortato a pregare per “quest'ora difficile per la nostra umanità”. C’è bisogno oggi di rivivere lo spirito di fede e di conversione di Agostino

Tiziana Campisi - Roma

Ha invocato la pace chiedendo l’intercessione di Sant’Agostino il cardinale Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, questo pomeriggio, 28 agosto, nella Messa presieduta, nella basilica romana dedicata al vescovo di Ippona, per la festa liturgica. Il porporato “in profonda comunione con il Santo Padre”, raccogliendo “la sua insistente intenzione che ha offerto a tutta la Chiesa, a tutta l'umanità in questi giorni”, ha esortato a pregare per l’armonia tra i popoli “in quest'ora difficile per la nostra umanità”. “Vogliamo porre sotto la potente intercessione di Sant'Agostino il bisogno di pace - ha detto il cardinale -. Siamo tutti profondamente preoccupati e lacerati per quello che succede nel mondo attraverso i diversi conflitti che ogni giorno insanguinano terribilmente la nostra terra”. Da qui l’invito a levare preghiere “perché torni al più presto la pace”.

Agostino e la ricerca della verità

Nella sua omelia, il vicario generale per la diocesi di Roma - con il quale hanno concelebrato il priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino padre Alejandro Moral, il vicario, padre Joseph Farrell, il priore provinciale della Provincia agostiniana d’Italia, padre Gabriele Pedicino, i vescovi agostiniani monsignor Luis Marín de San Martín, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, e Bernardus Baru, vescovo di Timika, e tanti altri sacerdoti agostiniani - ha tratteggiato, anche, la personalità del santo di Tagaste, “una figura molto interessante”, “che ancora parla”, e questo “per la sua normalità” e per “aver vissuto tutto quello che all'epoca gli veniva dato dalle sue possibilità e dalla sua intelligenza”. Un giovane che si è messo “alla ricerca della Verità attraverso lo studio della filosofia”, ha rammentato il porporato, attraverso la quale ha intuito “che c'è qualcosa di più grande” lasciandosi, poi, “raggiungere dalla grazia”, da “Dio che lo aveva da sempre cercato. Lui che lo cercava fuori, lo scopre dentro la sua stessa vita”.

Il cardinale Reina con alcuni concelebranti
Il cardinale Reina con alcuni concelebranti

Dio ci cerca per primo

Non è difficile per ciascuno riconoscersi in Sant'Agostino, ha aggiunto Reina, “in qualche modo ripercorriamo l'esistenza umana, intellettuale e spirituale di questo grande santo, perché facciamo esperienza di come la vita cristiana e la professione di fede cristiana non è affatto la recita di una formula, ma è un'esperienza viva, è un'esperienza che ci rimette ogni giorno in discussione”. Siamo “cercatori di Dio e ricercati da Dio” ha fatto notare inoltre il porporato, e dentro “questa dinamicità” nella quale pensiamo di cercare Dio “scopriamo che è Lui che ci cerca prima”. “Dentro questa dinamicità di grazia si muove la nostra fede in un miracolo quotidiano” ha sintetizzato il cardinale.

La porta, il buon pastore

Soffermandosi, poi, sulla pagina evangelica in cui Gesù afferma di essere “la porta del gregge delle pecore”, “il Buon Pastore”, il porporato ha indicato la porta come “ciò che custodisce il nostro abitare”, ma anche come “grande scommessa della libertà, della necessità di saperci custodire, di sapere che c'è qualcuno che ci custodisce”. “Il Signore non vuole dei sudditi, vuole delle persone libere che sanno fare, però, buon uso della libertà e sanno vigilare sulla libertà”, “perché la libertà è un bene preziosissimo, potente, potentissimo, attraverso cui possiamo giungere a Dio”, ma con il quale possiamo “anche farci del male”. E tornando a parlare di Sant’Agostino, il porporato ha specificato che “tutto il tema della grazia che Agostino sviluppa nei suoi scritti è da ricondurre a questo tema della custodia”, Dio “ci elargisce la sua grazia perché ha a cuore la nostra vita, perché la vuole custodire, ci dona la sua grazia gratuitamente”.

La basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio a Roma
La basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio a Roma

Gli pseudopastori

Reina ha, inoltre, messo in guardia “dalle mode di questo tempo, dalle false dottrine”, “da quelle verità che forse illuminano i nostri occhi ma non riescono a riscaldare i nostri cuori e ci lasciamo in qualche modo ingannare da questi falsi idoli”, e ha rimarcato che “solo il Buon Pastore dà la vita”, la “pienezza”, la pace, quella invocata più volte da Papa Francesco e da Leone XIV. Con lo sguardo all'attualità internazionale, il cardinale ha contrapposto le immagini degli “ospedali bombardati” e le tante altre "che non hanno nulla di umanità” le quali ci mostrano scenari di morte, mentre Gesù “dà la vita". "Altri pastori, altri pseudo pastori, che poi sono dei mercenari, danno morte, seminano morte, procurano morte - ha osservato -. Allora vale la pena recuperare il pensiero di Sant'Agostino, che è stato un teologo illuminato, un pastore generoso”.

Rivivere lo spirito del vescovo di Ippona

Per il vicario generale della diocesi di Roma “c’è bisogno oggi di rivivere lo spirito di Agostino, non solo fare il ripasso del suo pensiero teologico ricchissimo, ma proprio rivivere lo spirito di fede di conversione”. “Affidiamo a Sant'Agostino tutta la Chiesa”, ha concluso, chiediamogli che “protegga la nostra umanità”, affidiamogli “il delicatissimo e prezioso ministero del Santo Padre, di tutti i pastori, di tutti i vescovi, di tutti i sacerdoti sparsi nel mondo”.

Fedeli presenti alla celebrazione
Fedeli presenti alla celebrazione

L’unità è possibile in Cristo

A porgere il saluto ai fedeli e alle famiglie religiose agostiniane maschili e femminili presenti alla celebrazione, prima dell'inizio della liturgia, il priore della comunità agostiniana di Sant’Agostino in Campo Marzio, padre Pasquale Cormio. Dando il benvenuto a tutti, il religioso ha ricordato i cardini della spiritualità del vescovo di Ippona e l’ideale della convivenza unanime e concorde protesa verso Dio che i figli di Sant’Agostino vivono come missione: “È bello e gioioso che i fratelli vivano insieme”. Padre Cormio ha anche citato il motto di Papa Leone XIV, In illo uno umum, spiegando che soltanto in Cristo è possibile l’unità, è possibile essere radunati nella comunione fraterna, ecclesiale.

Bellezza così antica e così nuova

Al termine della Messa è intervenuto padre Moral, che ha ribadito quanto importante sia Sant’Agostino come maestro e pedagogo e ha ringraziato il cardinale Reina per aver incoraggiato lo studio e la lettura delle sue opere. Il vescovo di Ippona “ci aiuta a conoscere profondamente l’amore di Dio”, ha evidenziato, “e quando lo scopriamo nel nostro cuore non lo abbandoniamo più”, per questo Agostino descrive Dio come “bellezza così antica e così nuova”, e con il suo insegnamento ci aiuta a coltivare la speranza di contemplare un giorno tale bellezza, nella vita eterna.

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28 agosto 2025, 20:33