Pizzaballa: il sangue di ogni innocente a Gaza e nel mondo non è dimenticato
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Il dolore di questo tempo, osserva il cardinale Pierbattista Pizzaballa, "non ci permette di fare discorsi sulla pace edulcorati e astratti, e perciò non credibili, né di limitarci alle ennesime analisi o denunce. Piuttosto - insiste -, si tratta di stare da credenti dentro questo dramma, che non è destinato a finire così presto". Nell'omelia della Messa celebrata dal patriarca di Gerusalemme dei Latini nella abbazia benedettina di Abu Gosh, nella Solennità dell'Assunzione, una meditazione sul testo dell'Apocalisse, brano che, dice, ha accompagnato la comunità dei cristiani ed è stato all’origine delle riflessione più volte, "in questi mesi carichi di dolore".
Consapevoli che il male continuerà a operare nel mondo
Pizzaballa condivide con realismo ciò che si evince per l'oggi dalla lettura del testo; in particolare si sofferma sul potere di Satana, raffigurato come il drago, che "non cesserà mai di affermarsi e accanirsi sul mondo, in modo particolare 'contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù'. Noi tutti vorremmo che il male fosse sconfitto quanto prima - ammette -, che scomparisse dalla nostra vita", ma non è così. "Lo sappiamo, ma dobbiamo sempre di nuovo imparare a convivere con la dolorosa consapevolezza che il potere del male continuerà ad essere presente nella vita del mondo e nella nostra. Noi non potremo con le nostre sole forze umane sconfiggere il potere enorme di quel drago. È un mistero, per quanto duro e difficile, che appartiene alla nostra realtà terrena. Non è rassegnazione. Al contrario - precisa -, è presa di coscienza delle dinamiche della vita del mondo, senza fughe di alcun genere, ma anche senza paura, senza condividerle ma anche senza nasconderle".
In Terra Santa sembra ci sia la più alta manifestazione di Satana
Tuttavia, sottolinea ancora il cardinale alla luce della Solennità odierna, "sul seme di vita, frutto di amore, il drago non può prevalere". Ed evidenzia che nella Bibbia il deserto non è luogo di assenza, ma luogo in cui Dio provvede. "Nella nostra esperienza attuale, così dura e difficile, Dio continua a provvedere a noi, avvertendoci innanzitutto della forza del male, del potere mondano che in questa Terra e in questo tempo sembrano davvero prevalere", prosegue. È molto chiaro Pizzaballa quando afferma che "non dobbiamo farci illusioni". La fine della guerra, avverte, non segnerebbe comunque la fine delle ostilità e del dolore che esse causeranno. "Dal cuore di molti continuerà ancora ad uscire desiderio di vendetta e di ira. Il male che sembra governare il cuore di molti, non cesserà la sua attività, ma sarà sempre all’opera, direi anche creativo. Per molto tempo ancora avremo a che fare con le conseguenze causate da questa guerra sulla vita delle persone. Sembra proprio che questa nostra Terra Santa, che custodisce la più alta rivelazione e manifestazione di Dio, sia anche il luogo della più alta manifestazione del potere di Satana. E forse proprio per questo, perché è il Luogo che custodisce il cuore della storia della salvezza, che è diventato anche il luogo nel quale 'l’Antico Avversario' cerca di imporsi più che altrove".
Pochi, mai allineati, "fastidiosi", saremo il rifugio di Dio
Di fronte a un contesto di morte e distruzione, il patriarca incoraggia ad avere fiducia, a confermare l'alleanza con chi desidera e semina il bene, e "creare con essi contesti di guarigione e di vita". Amaramente consapevole che il male continuerà ad esprimersi, Pizzaballa invita a essere luogo di vita, così che il 'drago' non avrà l'ultima parola. "Non saremo dunque il centro della vita del mondo. Non seguiremo la logica che accompagna buona parte della vita dei potenti. Saremo probabilmente pochi, ma sempre diversi, mai allineati, e forse per questo diventeremo anche fastidiosi. Saremo comunque il luogo dove Dio provvede, un rifugio custodito da Dio. Meglio ancora, siamo chiamati a diventare noi rifugio per quanti vogliano custodire il seme di vita, in tutte le sue forme".
Il sangue degli innocenti non è dimenticato
Proseguendo ancora con la metafora biblica, il cardinale è convinto che prima o poi il drago cederà, ma che ora bisogna sopportare, che il sangue degli innocenti, non solo in Terra Santa, a Gaza, ma in qualsiasi altra parte del mondo, "non è dimenticato". Il sangue "non è buttato via in qualche angolo della storia", scorre sotto l’altare, "mischiato al sangue dell’Agnello, partecipe anch’esso dell’opera di redenzione al quale siamo associati. Lì noi dobbiamo stare. È quello il nostro luogo, il nostro rifugio nel deserto". La vita cristiana capovolge i criteri del mondo, conclude il cardinale Pizzaballa ricordando anche la testimonianza di santa Francesca Romana la quale, ostacolata da Satana nel suo desiderio di vivere per Dio, alla fine ha compiuto l’opera di Dio. Il modo di operare di Dio è proprio questo con chiunque: entra e rovescia. Guardare dunque al mistero dell’assunzione di Maria Vergine, alla cui intercessione Pizzaballa infine affida tutti, come anticipo della redenzione eterna.
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