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Un'immagine di Giovanni Paolo I Un'immagine di Giovanni Paolo I  (Museo Albino Luciani)

Il ricordo di Papa Luciani: “Pastore di anime, annunciatore di speranza”

Celebrato con una Messa a Canale d’Agordo il 47.mo anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo Il vescovo di Treviso Tomasi: "Un consolatore per i singoli, incontrati con amore e misericordia". In precedenza il vescovo di Belluno Marangoni era salito fino alla grotta della Madonna, in cima alla Marmolada, per ricordare la visita che Giovanni Paolo II fece esattamente un anno dopo quel 26 agosto 1978

Alvise Sperandio – Cima Marmolada e Canale d’Agordo (Belluno)

“Siamo un’unica barca piena di popoli ormai ravvicinati nello spazio e nel costume, ma in un mare molto mosso. Se non vogliamo andare incontro a gravi dissesti, la regola è questa: tutti per uno e uno per tutti; insistere su quello che unisce, lasciar perdere quello che divide”. Sono le parole che nel 1976, quando ancora era patriarca di Venezia, scriveva l’allora cardinale Albino Luciani, futuro Papa col nome di Giovanni Paolo I. Parole che risuonano come attualissime nel mondo di oggi segnato da più di 60 conflitti sparsi nel pianeta, in quella “terza guerra mondiale a pezzetti” di cui spesso diceva Papa Francesco. Le ha ricordate monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso, celebrando, martedì scorso in piazza a Canale d’Agordo (Belluno), la messa per il 47° anniversario dell’elezione al Soglio Pontificio del Papa dei soli 33 giorni, morto “dopo breve, splendido, intenso Pontificato”, come recita la targa al fonte battesimale della chiesa parrocchiale del paese natale, tra le Dolomiti. Anche quest’anno, tantissima gente si è raccolta per ricordare l’evento e fare memoria di Luciani proclamato beato il 4 settembre 2022. Presenti anche il vescovo di Belluno, monsignor Renato Marangoni, che al mattino aveva presieduto l’eucarestia in cima alla Marmolada, ricordando a sua volta di quando Papa Giovanni Paolo II nel 1979 salì fino alla grotta della Madonna, in vetta, in mezzo a una bufera di neve seppure in estate, per omaggiare il predecessore prematuramente scomparso un anno esatto dalla sua elezione come successore di Pietro.

la Messa a Canale d'Agordo nell'anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo I
la Messa a Canale d'Agordo nell'anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo I

Tomasi: sperare nella pace, "un follia necessaria"

Nella sua omelia, il vescovo di Treviso Tomasi ha parlato del legame tra Papa Luciani e la sua terra: “Qui nasce e si consolida nei legami familiari e parrocchiali la storia di una fede salda, incrollabile, qui si gettano le fondamenta di un realismo così intriso di Vangelo, da trovare anche nelle fatiche e nelle contraddizioni della vita motivi per affidarsi all’amore di Dio senza fughe dalle questioni anche impellenti del tempo, ma sempre illuminato da una speranza a volte davvero “contro ogni speranza”.  Monsignor Tomasi ha definito Giovanni Paolo I “uomo di Dio. Pastore di anime. Annunciatore di speranza”, soffermandosi su quando, al momento dell’elezione in Conclave, il cardinale Pironio, che gli stava accanto, “in attesa del suo si alla nomina lo ha visto “con una serenità profonda, che proveniva proprio da una interiorità che non si improvvisa. Un uomo veramente contemplativo, un uomo di preghiera, un uomo di continua comunione con il Signore. Questo gli dava molta serenità e fiducia”. Luciani, ha continuato Tomasi, era “un consolatore per i singoli, incontrati con amore e misericordia, aiutati concretamente. Consolatore per le categorie, i gruppi sociali, politici, economici”.

Scriveva delle lettere immaginarie, il Papa, come quella in cui, nel 1976, sosteneva “con parole che rimangono attuali, anche se purtroppo inascoltate anche per noi oggi: “Siamo un’unica barca piena di popoli ormai ravvicinati nello spazio e nel costume, ma in un mare molto mosso. Se non vogliamo andare incontro a gravi dissesti, la regola è questa: tutti per uno e uno per tutti; insistere su quello che unisce, lasciar perdere quello che divide”. Sulla guerra, ha proseguito il vescovo di Treviso, Luciani parlava di una lucida follia attribuita a un interlocutore del Petrarca, che in un’altra delle sue lettere immaginarie, “veduti dei soldati in marcia, aveva chiesto al poeta: “Dove vanno?”. “Alla guerra!, aveva risposto il Petrarca. “Ma – osservò il pazzo – questa guerra dovrà pur un bel giorno terminare con la pace, sì o no?”. “Certo!” replicò il poeta. “Ma allora – riprese il pazzo – perché non fare subito la pace, prima di cominciare la guerra?”. “Io – concludeva malinconicamente il Petrarca –, io la penso come quel pazzo!”. Tomasi ha sottolineato che “anche oggi sperare e impegnarsi per la pace sembra follia. Ma, se lo è, è una follia necessaria, perché come ha detto Papa Leone ai vescovi italiani, “la pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione”. Quindi ha concluso: “Consolazione, solidarietà, speranza. Tutto è possibile, così ci ha insegnato Albino Luciani, solamente se rimaniamo radicati in un’incrollabile fiducia in Dio, se ci lasciamo illuminare dalla prospettiva della Croce e della Risurrezione di Cristo, riconoscendoci fratelli e sorelle – tutti – perché Figli di un unico Padre, e discepoli di un unico Maestro”. Al termine della messa il sindaco di Canale d’Agordo Massimo Murer, a nome delle tante autorità presenti, ha definito Luciani modello di fede e di speranza per il mondo intero, che si è speso, anche nel breve pontificato, per la pace in Medio Oriente.

L'omaggio sulla Marmolada

In precedenza, al mattino, sulla Marmolada si è rinnovata la tradizionale celebrazione religiosa in ricordo della storica visita di Papa Giovanni Paolo II che il 26 agosto 1979 raggiunse la grotta della Madonna situata a punta Rocca, opera dello scultore Franco Fiabane, per benedirla solennemente. L’appuntamento è stato organizzato da Funivie Marmolada come ogni anno per unire spiritualità, memoria e paesaggio in uno dei luoghi più suggestivi delle Dolomiti. Il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, ha celebrato messa nella suggestiva terrazza panoramica a quota 3265 metri, con l’accompagnamento del coro San Biagio di Alleghe. “Ricordiamo oggi la visita di papa Wojtyla, un grande amante della montagna”, ha detto Valentino Vascellari, amministratore di Funivie Marmolada –. Fu un evento eccezionale in un luogo fuori dall’ordinario. Dove si contrapposero gli eserciti in modo brutale, oggi è un avamposto di memoria e di pace. Persone da tutto il mondo salgono fin quassù per ammirare uno degli scenari naturali più intensi e toccanti delle dolomiti”. A seguire, al Cippo di Serauta organizzata dal settimo Reggimento Alpini, si è svolta la cerimonia di commemorazione dei caduti della Grande Guerra, alla presenza delle autorità. “Da questo punto così in alto – ha dichiarato monsignor Marangoni – e che induce a vedere al di sopra la vicenda umana nostra, quella locale e quella universale, ci accorgiamo che abbiamo bisogno un po’ di scoprire che c’è uno sguardo alto e allargato dentro tutti e dentro ciascuno”. Presenti, tra le autorità, il sindaco di Rocca Pietore Valerio Davare e il prefetto Antonello Roccoberton che ha confermato “l’impegno comune contro ogni guerra e per la pace”.

 

 

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27 agosto 2025, 15:40