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Monika Kaiser-Haas, nipote del beato Karl Leisner, morto nel 1945 dopo le prigionie a Sachsenhausen e Dachau Monika Kaiser-Haas, nipote del beato Karl Leisner, morto nel 1945 dopo le prigionie a Sachsenhausen e Dachau 

La nipote del beato Leisner: ricordando Kolbe, il Papa ha onorato le vittime del nazismo

Leone XIV durante l’udienza generale di ieri, 13 agosto, ha richiamato la figura del frate francescano polacco morto ad Auschwitz, raccomandando di pregare per la pace attraverso la sua intercessione. Monika Kaiser-Haas, parente del sacerdote tedesco: “Menzione significativa di un martire eccezionale”

Stefanie Stahlhofen e Daniele Piccini - Città del Vaticano

“Vi incoraggio a prendere esempio dal suo eroico atteggiamento di sacrificio per l’altro”. Papa Leone XIV, parlando ieri ai pellegrini polacchi, durante l’udienza generale in Aula Paolo VI, ha richiamato la figura di San Massimiliano Kolbe, di cui oggi, 14 agosto, la Chiesa celebra la memoria liturgica. Il frate francescano polacco, deportato nel 1941 nel campo di concentramento di Auschwitz, offrì la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia destinato al bunker della morte. Era tra i dieci prigionieri da punire per compensare la fuga di un compagno e il frate prese il suo posto. San Kolbe morì il 14 agosto 1941. Leone XIV ha invitato a “supplicare Dio di donare la pace a tutti i popoli che vivono la tragedia della guerra” attraverso la sua intercessione.

Papa Leone XIV, ieri, 13 agosto, saluta i pellegrini polacchi durante l'Udienza generale del mercoledì, spostata a causa del caldo in Aula Paolo VI.
Papa Leone XIV, ieri, 13 agosto, saluta i pellegrini polacchi durante l'Udienza generale del mercoledì, spostata a causa del caldo in Aula Paolo VI.   (@Vatican Media)

Onore a tutte le vittime

“Quando il Papa ha citato Massimiliano Kolbe per me è stato molto significativo, perché con lui ha inteso includere tutti”, commenta ai media vaticani Monika Kaiser-Haas, nipote del beato Karl Leisner, il sacerdote tedesco arrestato dai nazisti per la sua pubblica professione di fede e l'assiduo servizio al prossimo, imprigionato nel 1940 e ordinato sacerdote nel campo di prigionia di Dachau. “Quando parlo di Karl Leisner, includo tutti i beati, tutti i santi e tutti i prigionieri. Tutti hanno sofferto, tutti erano senza onore, senza difesa, senza diritti. E Martin Niemöller ha detto che nel campo di concentramento era mille volte peggio di quanto si possa immaginare. Per questo lo trovo molto significativo”, spiega ancora Kaiser-Haas.

Massimiliano Kolbe morì ad Auschwitz il 14 agosto 1941.
Massimiliano Kolbe morì ad Auschwitz il 14 agosto 1941.

Un martire eccezionale

“Anch'io ho visitato Auschwitz – prosegue – e quando si vede una cosa del genere, si capisce subito cosa hanno passato quelle persone. E Massimiliano Kolbe è morto per salvare un altro uomo. È una cosa davvero straordinaria. È un martire davvero eccezionale. Ed è ancora più bello che Papa Leone lo abbia menzionato”.

Karl Leisner è stato beatificato da Papa Giovani Paolo II il 23 giugno 1996.
Karl Leisner è stato beatificato da Papa Giovani Paolo II il 23 giugno 1996.

"Che peccato!"

Per una spietata ironia della storia, come Kolbe morì con due parole sulla bocca (“Ave Maria”), anche il beato Leisner morì a causa di due parole: “Che peccato!”. Fu la sua reazione spontanea alla notizia che l’attentato ad Adolf Hitler del 9 novembre 1939 era fallito e il Führer era rimasto illeso. Quella esclamazione la proferì all’interno di un ospedale polmonare dove era ricoverato. Qualcuno lo tradì e fu l’inizio della fine. “Poco dopo arrivò la Gestapo – racconta la nipote - e dopo due ore fu portato via. Avrebbe avuto la possibilità di cambiare idea. Un giudice glielo permise, ma lui non volle. Rimase della sua opinione”.

Ordinazione sacerdotale nel lager

Quando nel 1940 Leisner entra nel lager di Dachau è ancora diacono. "Nel settembre 1944 fu internato il vescovo francese Gabriel Piguet della diocesi di Clermont", racconta ancora la nipote di Leisner. "Le guardie non si accorsero che si trattava di un vescovo e quindi non lo misero nel bunker d'onore. E poiché i prigionieri avevano già pianificato in precedenza che avrebbero dovuto avere un vescovo nel campo di concentramento, cosicché Karl avrebbe potuto finalmente essere ordinato sacerdote. Una volta saputo che ora c'era un vescovo francese, hanno dato il via ai preparativi. Fu intagliato un pastorale, fu realizzato un anello vescovile nelle fabbriche Messerschmidt. Furono lavorate a maglia calze rosse. Fu realizzata una mitra, affinché la consacrazione fosse bella come in una cattedrale". Il giovane Leisner acconsentì a questa ordinazione. 

Karl Leisner morì il 12 agosto 1945, minato nel fisico dopo aver sofferto nei lager di Sachsenhausen e Dachau. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 23 giugno 1996, durante il suo viaggio a Berlino per la sua capacità di essere testimone di Cristo anche in tempi di persecuzione. È riconosciuto anche martire dalla Chiesa poiché il suo imprigionamento avvenne "in odio" alla fede cristiana.

In attesa di un miracolo

"Il miracolo deve ancora avvenire - spiega Monika Kaiser-Haas, abituata a rispondere a domande sulla canonizzazione di suo zio - e bisogna avere pazienza. Sarebbe troppo bello, perché potrebbe essere anche il patrono della gioventù europea, come ha suggerito Papa Giovanni Paolo II. O potrebbe rappresentare le vocazioni sacerdotali, affinché si riconosca che non si tratta solo di un dono del cielo, ma che bisogna anche impegnarsi per sentire una vocazione. E per fare questo si deve vivere la fede con passione".

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14 agosto 2025, 17:26