Comece, Crociata: dialogo e diplomazia, uniche vie per la pace in Ucraina
Federico Piana - Città del Vaticano
«È stato un incontro con un popolo vivo che vuole continuare ad esistere, nonostante la guerra e le sofferenze». Trasuda emozione monsignor Mariano Crociata. Quando il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno fa un bilancio della missione ufficiale che la Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), della quale è presidente, ha compiuto nella città ucraina di Leopoli dal 16 al 18 luglio, la sua voce ad un certo punto si incrina.
Evento toccante
Accade esattamente quando il presule riavvolge il nastro dei ricordi e ai media racconta di un evento non previsto dal fitto calendario di appuntamenti della delegazione composta anche da padre Manuel Barrios Pietro, segretario generale della Comece, e da Marek Mi?ák, consigliere per le relazioni esterne: «Nella chiesa greco-cattolica dei santi Pietro e Paolo abbiamo partecipato al funerale di un soldato ucciso in un combattimento. È stata un’esperienza toccante. Quello che mi ha particolarmente colpito è stato anche il senso di intima partecipazione della gente più diversa, mi ha commosso vedere che molti si sono addirittura inginocchiati in strada».
Portare solidarietà
La missione della Comece ha avuto principalmente un obiettivo: portare un segno visibile e concreto della solidarietà dei vescovi europei ad una popolazione che, afferma Crociata, «non si è lasciata abbattere, demoralizzare, ma con tenacia vuole portare avanti la propria vita».
Incontri profondi
Gli incontri con i membri della Chiesa greco-cattolica e con quelli della Chiesa latina, con le strutture di solidarietà che si occupano di sostenere ed aiutare quanti stanno soffrendo per il conflitto e con i responsabili dell’Università cattolica locale hanno caratterizzato l’agenda della delegazione che ha colto l’occasione anche per discutere del ruolo che l’ecumenismo potrà giocare nel prossimo futuro del Paese. «In questo senso — spiega il presidente della Comece — c’è uno sforzo molteplice delle Chiese. Il primo riguarda la vicinanza e l’assistenza alle vittime. Abbiamo visitato un centro dedicato ai veterani nel quale abbiamo raccolto testimonianze che lacerano il cuore. Un secondo ambito è la messa in campo di una pastorale ordinaria. Infine, uno sforzo del dialogo ecumenico, basato soprattutto sulla pace, che oggi riveste un ruolo enorme non solo per le stesse Chiese ma anche per l’intera società».
Unità europea
Ma lo scopo di questa missione è stato anche un altro, di sapore più “politico”: ribadire all’Unione europea la necessità di continuare a sostenere l’Ucraina nel lungo percorso di ricostruzione e riconciliazione. Monsignor Crociata è chiaro: «In piena sintonia con Leone XIV, la nostra invocazione è quella di esortare a cercare vie diplomatiche di incontro. In questo senso, salutiamo positivamente tutti gli sforzi diplomatici che permettano alle parti in conflitto di arrivare a sedersi intorno ad un tavolo.Per incidere su questo processo, però, l’Unione europea, al proprio interno, deve assolutamente ritrovare l’unità perduta».
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