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Religiose della rete antitratta Talitha Kum Religiose della rete antitratta Talitha Kum

Tratta umana, il nuovo rapporto di Talitha Kum: aiuto per 400 mila donne e bambini

Alla vigilia della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, la rete della vita consacrata che si occupa di aiutare le vittime e sensibilizzare i popoli presenta i dati di un impegno constante ed in crescita: la prevenzione si conferma l'arma più efficace per combattere un fenomeno sempre più in aumento

Federico Piana - Città del Vaticano

Non sono numeri, sono speranza. Per esempio, prendete nota di questa cifra: 939.185. Rappresenta gli uomini, le donne e i bambini che in tutto il mondo «Talitha Kum» — la rete internazionale della vita consacrata contro la tratta di persone nata nel 2009 all’interno dell’Unione internazionale delle superiore generali — è riuscita ad aiutare l’anno scorso. Metteteli in fila uno per uno, quei numeri, e avrete davanti agli occhi un popolo sopraffatto dalle violenze e dai soprusi che ha ritrovato la forza di continuare a esistere. Altro che fredde e anonime statistiche.

Sopratutto donne e bambini

Grazie a ogni dato contenuto nel Rapporto annuale 2024 pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani che si celebra domani, 30 luglio, si scopre che «Talitha Kum» è riuscita a raggiungere, grazie ai suoi programmi di sostegno e di sensibilizzazione, oltre 400 mila tra donne e bambini. In particolare più di 46 mila donne e ragazze hanno ricevuto cure dirette come vittime-sopravvissute facendo segnare un aumento del 19 per cento rispetto all’anno precedente. E, se sono aumentate le vittime, sono cresciuti anche i servizi di sostegno come gli alloggi sicuri, il supporto psicologico informato sul trauma, l’assistenza legale e i percorsi di formazione professionale: un incremento medio del 26 per cento, soprattutto in Asia e nelle Americhe. «Questi interventi — si legge nel rapporto — sono stati portati avanti principalmente da suore e sostenitori della nostra rete, la cui presenza compassionevole e continuativa incarna la missione di Talitha Kum: camminare accanto ai sopravvissuti con dignità».

Il problema della giustizia

In Europa e in Africa si registra un calo del 26 per cento dei servizi necessari a garantire un corretto accesso alla giustizia, mentre l’Asia va in controtendenza: qui alcuni progressi sono stati realizzati per merito di efficaci collaborazioni in ambito legale e di concrete attività di patrocinio. Il rapporto, comunque, sottolinea sempre più «l’urgenza di rafforzare l’accompagnamento legale e di replicare le buone pratiche nei contesti meno serviti da questi servizi».

Prevenzione, arma efficace

La prevenzione si conferma una delle armi più efficaci per contrastare il fenomeno della tratta. Nel solo 2024 i progetti mirati a formare, educare e informare hanno raggiunto quasi 700 mila persone, con un balzo dell’11 per cento rispetto al 2023. Un successo particolarmente marcato nelle Americhe, in Asia, in Medio Oriente e in Africa frutto di una vera mobilitazione dal basso e di un’assidua collaborazione interreligiosa. Il dossier accende i riflettori anche sugli sforzi alla sensibilizzazione, la cosiddetta advocacy, che ha raggiunto più di 78.000 individui negli spazi pubblici di Europa, Americhe, Oceania e Africa: «Radicata nelle voci dei sopravvissuti e nell’esperienza vissuta delle comunità, l’azione politica della nostra rete continua a rafforzare il proprio ruolo nei processi di dialogo politico e nei forum della società civile».

Sostegno ampliato

I conflitti che oggi insanguinano il mondo, come a esempio quelli in Myanmar, in Ucraina e in Medio Oriente, stanno avendo un notevole impatto sulla gestione delle attività della rete internazionale di suore contro la tratta. «Queste crisi — sostiene Talitha Kum — causano lo sfollamento di intere comunità, aumentando i rischi per donne, bambini, migranti e rifugiati. Nonostante queste sfide, noi abbiamo ampliato il nostro sostegno alle vittime e ai sopravvissuti. La nostra azione di advocacy si è rafforzata in tutte le regioni del mondo». Dal Ghana alla Corea del Sud, dal Brasile all’Irlanda, l’obiettivo delle suore anti-tratta, sostenute da un consistente gruppo di organismi della società civile, è stato quello di influenzare le politiche pubbliche anche grazie alla saggezza dei sopravvissuti e delle comunità locali nonché coinvolgendo giovani leader in grado di mobilitare altri all’azione concreta.

Visione globale

Nel rapporto, inoltre, c’è spazio per una valutazione più generale del fenomeno della tratta delle persone che risulterebbe ogni anno sempre più in crescita: «È complesso e difficile da comprendere appieno anche a causa della scarsità di dati aggiornati e affidabili. Si tratta, comunque, di una realtà in continua evoluzione, strettamente legata a tendenze globali emergenti, disuguaglianze e vulnerabilità». Secondo le più recenti statistiche dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, «nel 2022 è stato registrato un aumento globale del 25 per cento delle vittime rispetto al 2019. I casi di lavoro forzato sono cresciuti del 47 per cento e le vittime minorenni del 31, con un +38 per cento tra le ragazze. Il 22 per cento delle ong segnala che oltre un terzo dei sopravvissuti che esse supportano ha subito la tratta più di una volta». Dati che confermano come le donne e le ragazze continuino purtroppo «a rappresentare la maggior parte dei casi mentre in molti paesi la maggioranza delle vittime “trafficate” risultano essere minori».

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29 luglio 2025, 14:45