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2025.07.18 La Croce salda sulla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza 2025.07.18 La Croce salda sulla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza 

Faltas: la croce di Gaza è rimasta salda e ferma

La riflessione del Vicario della Custodia di Terra Santa sul significato della Croce e sull'importante presenza dei cristiani a Gaza, simbolo di solidarietà e condivisione con la popolazione sofferente a causa della guerra

di Ibrahim Faltas * 

La croce di pietra bianca, posta sulla Chiesa latina di Gaza, è rimasta intatta, salda e ferma a vegliare su una comunità sofferente e impaurita. È stato il primo pensiero vedendo le immagini della facciata della Chiesa parrocchiale di Gaza colpita da un missile. La croce non è solo un simbolo, per noi cristiani è un segno indelebile, è appartenenza a Cristo, è la carta d'identità della Chiesa universale. La Croce della parrocchia di Gaza ha accolto negli anni le gioie e i dolori di fedeli devoti e uniti, dopo il 7 ottobre 2023 ha accolto anche le loro sofferenze, le loro paure, le loro speranze. A più di seicento persone, fin dalle prime ore di quel tragico sabato, furono aperte le porte della Chiesa, della scuola e dei locali parrocchiali. Con spirito fraterno i sacerdoti e le suore hanno condiviso ogni necessità materiale, hanno confortato nei momenti disperati chi aveva bisogno di speranza, hanno sollevato gli animi tristi di bambini traumatizzati. Nella prima mattinata di giovedì 17 luglio, tutta la comunità parrocchiale ha sentito il rumore assordante e ormai familiare di un bombardamento vicino:  in realtà un missile era già diretto a loro e per molti non c'è stato il tempo di ripararsi. 

Tre persone sono morte, dieci sono i feriti,  due di loro versano in gravi condizioni e fra questi un giovane, Suheil  è in pericolo di vita. Il Santo Padre Leone XIV prega per loro ed è vicino paternamente a tutta la comunità parrocchiale. L'amato parroco Gabriel Romanelli ha subito ferite leggere e, nonostante la paura e la sofferenza, ha subito ripreso la sua missione di padre e di pastore, rassicurando i bambini e gli anziani, confortando i feriti, rimanendo in grande apprensione per i più gravi. Particolare preoccupazione destano anche le condizioni dei 53 disabili ospiti della parrocchia: alla mancanza di farmaci e di cure specialistiche, si aggiunge la perdita e il mal funzionamento di presidi sanitari e di respiratori che hanno subito danni a causa dell'esplosione. La parrocchia è stato rifugio sicuro e accogliente per più di ventuno mesi, la comunità parrocchiale è stata amorevolmente incoraggiata per molto tempo dalla telefonata serale di Papa Francesco che oramai conosceva ogni componente della grande famiglia cristiana di Gaza. Il parroco padre Gabriel, il vice parroco Yousef, suor Nabila prima e le altre suore dopo, sono stati vicini con amore alle paure e ai bisogni materiali e spirituali dei parrocchiani sfollati. Dopo l'attacco di oggi dovranno dare conforto e sostegno all'intera famiglia parrocchiale che sente le tre persone decedute come familiari con cui hanno percorso un lungo e sofferto periodo della vita. La Chiesa di Gaza, oltraggiata dalla violenza, accoglie le preghiere che implorano la pace e che chiedono di ritornare a vivere in sicurezza e con dignità. Sulla parrocchia veglia una croce di pietra bianca, dalle linee essenziali e pulite. Bianca, essenziale, pulita come la pace.

* Vicario della Custodia di Terra Santa

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18 luglio 2025, 10:49