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Una donna palestinese che cerca consolazione nel suo bambino Una donna palestinese che cerca consolazione nel suo bambino  (AFP or licensors)

Il cardinale Battaglia: costruttori di vita o complici del male, nessuna terza via

In una lettera apparsa sul sito dell’arcidiocesi di Napoli, il porporato fa appello a ciò che di umano resta nel cuore dell’uomo dinanzi ad un pianeta che risuona “tamburi di guerra da ogni direzione dell’orizzonte”. “Il Vangelo - scrive - non fa sconti né ammorbidisce la verità: impone di riconoscere l’uomo quando lo si vede, di chiamare male ciò che schiaccia l’uomo”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Se non per Dio, fatelo per ciò che d’umano resta nell’umanità…”: si intitola così lo scritto del cardinale Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli che si firma “don Mimmo”, diffuso oggi, 8 luglio, sul portale della diocesi. È un testo che mette a nudo responsabilità e doveri, che inchioda gli indifferenti, che richiama immagini, suoni e odori di bombe gettate sull’umanità innocente, che indica nel Vangelo la strada per ritrovare la pietà umana e per scegliere da che parte stare.

“Li sentite pulsare?”

Il porporato fotografa la terza guerra mondiale a pezzi con l’Ucraina che ha visto “tredicimila civili cancellati dal fuoco; a Gaza cinquantasette mila vite spente come candele nella corrente in ventuno mesi d’assedio; dal Sudan quattro milioni di corpi in marcia alla ricerca di un fazzoletto d’ombra; in Myanmar tre milioni e mezzo di volti dispersi fra cenere e giungla” e poi ci sono “centoventidue milioni di profughi lanciati nel vento come semi”. “Questi numeri — li sentite pulsare? — dovrebbero gelare il sangue. Ogni cifra – afferma il cardinale - è una fronte che scotta, una fotografia sbiadita stretta in un pugno, una voce che domanda solo un minuto senza sirene”.

Il cardinale Domenico Battaglia nella messa celebrata sul sagrato di San Pietro in occasione del pellegrinaggio giubilare dell'arcidiocesi di Napoli, marzo 2025
Il cardinale Domenico Battaglia nella messa celebrata sul sagrato di San Pietro in occasione del pellegrinaggio giubilare dell'arcidiocesi di Napoli, marzo 2025   (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

“Obiettivi strategici”

Da qui l’appello ai “governi in doppiopetto”, “consigli d’amministrazione oliati come ingranaggi, alleanze militari dalla voce di metallo” a riconoscere l’uomo come tale, di chiamare il male per nome perché “il Vangelo non fa sconti né ammorbidisce la verità. Non domanda tessere, non pretende incenso”. “Se volete essere guida e non timone allo sbaraglio, fermate i convogli carichi di morte prima che varchino l’ultima dogana”, trasformate – è la richiesta – gli armamenti in aratri, tubature, banchi di scuola, ambulanze. “E voi che sprofondate nelle poltrone rosse dei parlamenti, abbandonate dossier e grafici: attraversate, anche solo per un’ora, i corridoi spenti di un ospedale bombardato; odorate il gasolio dell’ultimo generatore; ascoltate il bip solitario di un respiratore sospeso tra vita e silenzio, e poi sussurrate —se ci riuscite— la locuzione obiettivi strategici”.

Lo specchio impietoso

“Il Vangelo — per chi crede e per chi non crede — è uno specchio impietoso: riflette ciò che è umano, denuncia ciò che è disumano. Se un progetto schiaccia l’innocente, è disumano. Se una legge non protegge il debole, è disumana. Se un profitto cresce sul dolore di chi non ha voce, è disumano”. Il cardinale Battaglia aggiunge che, se si vuole togliere Dio, si deve guardare a “quel poco di umano che ancora ci tiene in piedi”, “la guerra è l’unico affare in cui investiamo la nostra umanità per ricavarne cenere”. “Finché una bomba varrà più di un abbraccio, saremo smarriti. Finché le armi detteranno l’agenda, la pace sembrerà follia”

Non arrendersi

“A noi, popolo che legge, spetta il dovere di non arrenderci. La pace germoglia in salotto—un divano che si allunga; in cucina—una pentola che raddoppia; in strada—una mano che si tende. Gesti umili, ostinati: tu vali sussurrato a chi il mondo scarta. Il seme di senape – scrive Battaglia - è minimo, ma diventa albero. Così il Vangelo: duro come pietra, tenero come il primo vagito. Chiede scelta netta: costruttori di vita o complici del male. Terze vie non esistono”. A chiudere il suo pensiero, il porporato scrive questa poesia:

“Dio del respiro negato, strappa il tavolo ai signori che vendono il mondo a colpi di vertice. Capovolgi le loro carte di ferro: che il piombo sparso torni zolla, che il bilancio armato diventi culla. Offri ai potenti lo specchio che non sanno rompere: il volto di un bambino senza notte, il tremito di un medico rimasto senza luce. Fa’ che non possano distogliere lo sguardo finché il privilegio diventa vergogna e la vergogna si fa giustizia. Ricorda-ci che la carne vale più dell’emblema, che chi fa profitto sul sangue scava la propria fossa, che l’alba non appartiene a chi ha cannoni ma a chi custodisce un abbraccio. Taci le sirene, piega le bandiere gonfie di rumore, e ridonaci un silenzio capace di far fiorire il futuro. Amen.”

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08 luglio 2025, 12:18