Vicenza, 1500 giovani al santuario di Monte Berico prima della maturità
Vatican News
Più di millecinquecento giovani vicentini sono saliti al santuario mariano di Monte Berico, la notte prima degli esami, ed hanno esaurito gli 800 ceri da accendere e oltre 1.200 post-it dove scrivere una preghiera o una richiesta. Grazie alla disponibilità della comunità dei Frati Servi di Maria di Monte Berico, martedì 17 giugno, il Servizio di Pastorale Giovanile e la Pastorale Vocazionale della diocesi di Vicenza hanno provato, per la prima volta, a tenere aperte le porte della basilica mariana tanto cara ai vicentini e non solo, così da offrire la possibilità di entrare a quanti – per lo più maturandi – si fossero trovati lì. La proposta è stata fatta da una decina tra giovani universitari e lavoratori, preti, insegnanti. I volontari si sono mossi tra piazzale della Vittoria, le scalinate e l’interno della basilica proponendo ai maturandi di entrare in chiesa per accendere una candela ai piedi dell’altare, prendere un post-it da scrivere ed un bigliettino con una frase a sorpresa.
Giovani da tutta la provincia alla Madonna di Monte Berico
“Non possiamo non interrogarci su quanto abbiamo vissuto ieri sera: ancora prima di essere pronti con la semplice proposta pensata, i giovani hanno iniziato ad entrare”, ha detto don Matteo Zorzanello, responsabile del servizio diocesano di pastorale giovanile. “Non eravamo sicuri che la nostra idea rispondesse ai bisogni che avevamo percepito dai maturandi negli anni scorsi, invece non solo i ragazzi hanno risposto, ma ne sono stati entusiasti. Insieme a loro, abbiamo incontrato anche molti genitori, alcuni venuti davvero a Monte Berico con l’intenzione di pregare per l’esame del figlio, altri erano presenti solo per accompagnare i figli. Ciò che ci ha sorpresi, tuttavia, è stato il fatto di trovare giovani da tutta la provincia che avevano fatto un’ora di strada per trascorrere queste ore pre-esame con i loro amici”, ha concluso don Zorzanello.
"Non è vero che i giovani sono indifferenti"
“Quando ci è stato suggerito di organizzare qualcosa per la sera prima degli esami, ho subito accettato, convinto che come Chiesa dobbiamo farci trovare dove i giovani effettivamente sono, più che organizzare eventi”, ha spiegato don Luca Lunardon, responsabile della pastorale vocazionale diocesana. “Chi era venuto a Monte Berico è rimasto sorpreso e felicissimo di trovarsi accanto un gruppo di persone pronti a condividere questa tappa della loro vita. Hanno potuto esprimere preoccupazione e attesa per il futuro accendendo una candela, fermandosi a pregare, o scrivendo un foglietto. Rendere il santuario abitabile (con orari e attività adatte) ha permesso loro di sentirsi a casa e compresi. Tanti ci hanno ringraziato di questa possibilità, alcuni hanno chiesto di parlare o di celebrare il sacramento della confessione. Non è vero che i giovani sono indifferenti: siamo noi adulti che spesso non riconosciamo ciò di cui avrebbero bisogno e ciò che vorrebbero esprimere”, ha concluso don Lunardon.
Il vescovo: nel 2026 accoglienza speciale ai maturandi
“L’appuntamento a Monte Berico prima dello scritto d’italiano dell’esame di maturità è una tradizione sempre più forte tra i nostri ragazzi ed è importante che come Chiesa troviamo nuove modalità per accompagnarli”, ha commentato il vescovo Giuliano Brugnotto. “L’anno prossimo, in occasione dei 600 anni dalle apparizioni vorremmo offrire un’accoglienza speciale ai maturandi. Proprio ieri Papa Leone XIV ricevendoci come vescovi italiani, ci ha invitato ad essere audaci anche per uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede” ha concluso il vescovo.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui