Scout d’Europa: formare giovani e costruire percorsi di pace
Laura Galimberti - Città del Vaticano
Settantacinquemila iscritti in 27 Paesi d’Europa e d’America. Oggi l’Unione Internazionale delle Guide e Scout d’Europa, nata nel 1956 da alcuni giovani capi scout cattolici francesi e tedeschi per promuovere l’educazione dei giovani e la pace, rinnova il suo impegno in occasione del giubileo delle Associazioni e Movimenti, per formare le nuove generazioni, costruire un’Europa dei popoli, ma non solo. Il carisma ha varcato l’Oceano e sembra estendersi ben oltre.
Fede, impegno, fraternità
“L'idea fondante della nostra Federazione Internazionale era quella di vivere un autentico scautismo cristiano ed europeo in un contesto postbellico” spiega Nathalie Flama, commissaria federale. “Secondo i giovani riuniti a Colonia, in Germania nel 1956, gli scout potevano contribuire alla ricostruzione della pace attraverso avventure condivise al di là delle frontiere. Campeggiare, giocare, cantare e pregare insieme avrebbe aiutato a costruire un'Europa unita e fraterna. Il carisma dell'UIGSE sta quindi nella sua capacità di formare giovani radicati nella fede cristiana, impegnati nella società e aperti alla fratellanza europea, attraverso una pedagogia scout esigente e appagante”.
La sfida dell’unità nella diversità
Tre le associazioni più numerose: quella francese con 37 mila iscritti, italiana 20 mila e polacca 7500. Fanno parte dell’Unione anche le Associazioni presenti in Albania, Austria, Belgio, Bielorussia, Brasile, Canada, Croazia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Ungheria, USA.
L'Unione accoglie al suo interno anche gruppi ortodossi in Romania e un’associazione evangelica in Germania. “Un’esperienza significativa per l’unità dei cristiani. Oggi nuove associazioni stanno nascendo, dando alle famiglie un assaggio della nostra avventura scout e un'educazione fedele alla tradizione cristiana”. Tre le sfide principali, spiega Nathalie: “Di fronte a questa crescita sensibile dobbiamo rimanere uniti, vivere lo stesso scautismo, la stessa promessa, la stessa legge nonostante le differenze culturali e storiche. Più saremo fedeli alla nostra vocazione internazionale, più manterremo questa armonia tra noi. La fraternità deve essere vissuta sul campo e non solo attraverso i vari social network. Abbiamo bisogno di un legame reale. Tra i progetti in campo il nostro quinto raduno internazionale, che vedrà migliaia di guide ed esploratori nel 2027 in Italia”.
Chiamati a costruire l’Europa dei popoli
Continuare poi a sostenere l'idea europea, “senza confonderla con l'Europa delle istituzioni politiche. San Giovanni Paolo II si è rivolto alle Guide e agli Scout d'Europa il 3 agosto 1994 durante l'Eurojam. Ci ha invitato a partecipare con tutto l'ardore della gioventù alla costruzione di un'Europa dei popoli, affinché ogni persona sia riconosciuta nella sua dignità di figlio prediletto di Dio e si costruisca una società basata sulla solidarietà e sulla carità fraterna. Questo messaggio rimane di grande attualità in un contesto in cui l'Europa sta diventando più fragile, in cui la fede cristiana non è più il fondamento della vita nella società, in cui il rispetto della dignità della persona umana dal concepimento alla morte naturale non è più evidente, le famiglie sono in crisi e l’assenza di punti di riferimento genera confusione”.
Una missione più ampia
Infine l'accoglienza delle associazioni extraeuropee. “Negli ultimi 25 anni, il nostro scoutismo è stato esportato in Nord America (Canada, USA) e più recentemente in Sud America (Brasile, Messico). Sembra che la UIGSE abbia una missione che si estende oltre i confini europei!”.
Sinergia con le famiglie
La missione resta la stessa: “offrire un'educazione complementare ai bambini e ai giovani, i cui primi educatori sono i genitori. Attraverso la vita scout nella natura, dando fiducia ai giovani che ci vengono affidati, vogliamo formare buoni cittadini nel loro Paese e in Europa, e oggi anche in America, ma anche buoni cristiani, futuri santi. In un momento in cui i valori cristiani vengono trasmessi sempre meno a scuola e dalla società in generale, la missione dell'UIGSE diventa sempre più urgente e importante. Le famiglie sono a volte sole nell'educare cristianamente i loro figli e hanno bisogno di allearsi con altri contesti e proposte in cui possano farne fare esperienza. Oggi dobbiamo essere pienamente consapevoli del nostro ruolo missionario e rinnovare il nostro impegno per un mondo riconciliato”.
Presenti al Giubileo delle Associazioni e Movimenti, Presidenti e Commissari Generali delle diverse Associazioni saranno sabato pomeriggio a San Giovanni in Laterano per il passaggio della Porta Santa. Quindi il pellegrinaggio verso San Pietro, meditando il brano dei discepoli di Emmaus, per prendere parte alla Veglia di Pentecoste con Papa Leone XIV, insieme alle altre Associazioni e Movimenti.
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