Decifrare l’architettura, un luogo sacro come testo da leggere
Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano
Affrontare il tema dell’architettura in relazione al sacro significa immergersi in una disciplina che, più che costruire spazi, decifra tracce. “Ho invitato gli studenti a mettersi l’abito del paleografo”, afferma la professoressa Olimpia Niglio, “perché un buon architetto, come un paleografo, deve sapere interpretare l'architettura come fossero testi di pietra del passato per renderli intelligibili nel presente”. Questa chiave di lettura si è rivelata centrale nel convegno nazionale "Ereditare il patrimonio culturale religioso", tenutosi il 20 e 21 giugno 2025 presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello, in provincia di Pavia, in occasione del millenario della sua fondazione (1025-2025). Un luogo che, per struttura e storia, si presta a essere interrogato come un vero palinsesto: tra le sue murature romaniche si leggono tracce longobarde, cristiane delle origini, e romane.
La basilica come aula e laboratorio
Dal 2023, la basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello è diventata a tutti gli effetti un’aula. Non solo metaforicamente. Gli studenti del corso di Restauro Architettonico dell’Università di Pavia, sotto la guida della professoressa Niglio, hanno condotto in loco lezioni teoriche, rilievi, studi materici e proposte progettuali concrete. “Questo approccio ha permesso un’osservazione ravvicinata – prosegue Niglio – dall’analisi dei materiali fino alla proposta di interventi consapevoli”.
L’esperienza accademica ha coinvolto in modo diretto anche la Diocesi di Vigevano, la parrocchia e la comunità civica di Lomello, dando vita a una “straordinaria attività di studio, di ricerca e di valorizzazione dell’eredità culturale religiosa locale”, che ha consentito non solo di rintracciare i significati delle scritture del passato, ma di rigenerarle in funzione delle esigenze contemporanee della comunità, “donando vitalità rinnovata a quello che si presenta come un vero e proprio 'testo di pietra' che è luogo sacro, dove si sono avvicendate interessanti storie che stiamo cercando di rileggere e trascrivere per trasmetterle al futuro”, ha spiegato la studiosa.
Un convegno come sintesi e nuovo inizio
Il convegno nazionale, coordinato oltre che da Olimpia Niglio da Luigi Carlo Schiavi, della medesima Università pavese, ha rappresentato un punto nodale di questo percorso: una sintesi temporanea di un processo che, come precisa la professoressa, “è iniziato nel 2022 e continuerà nei prossimi anni”. L’intento è duplice: approfondire il significato storico e spirituale del sito e restituirlo alla comunità con nuovi strumenti di lettura e tutela".
Studiosi provenienti da diverse università italiane si sono confrontati su temi che spaziano dalla storia tardoantica e medievale della Lomellina, all’architettura romanica, fino alla conservazione dei beni ecclesiastici. Gli interventi sono stati articolati in tre sezioni, che hanno messo a fuoco la complessità storica, archeologica e architettonica della basilica, ma anche la sua attualità come centro vivo di spiritualità e studio.
La funzione che genera la forma
Un elemento distintivo del convegno è stato il ribaltamento del paradigma abituale: non la forma che determina la funzione, ma la funzione – intesa come significato spirituale – che modella la forma. “Dobbiamo entrare nel senso profondo del luogo – sottolinea Niglio – comprendere che la chiesa, ecclesia, è prima di tutto comunità, popolo di Dio”. L’architettura sacra, dunque, non come gesto estetico o tecnica costruttiva fine a se stessa, ma come esito di una tensione spirituale e collettiva. “Realizzare testi di pietra – si legge nel documento programmatico – non significa solo creare per modificare, ma attivare processi di significato e relazione con il divino e con la comunità”.
Il riconoscimento del merito e lo sguardo al futuro
A concludere i lavori, la celebrazione della Messa del Corpus Domini e la consegna del premio accademico per il miglior progetto di restauro realizzato nell’anno 2024-2025. Il riconoscimento è andato a Gaia Di Lernia e Giulia Venanti per il progetto "Incontri Materici", un’approfondita analisi e proposta di restauro dell’altare post-tridentino della basilica.
Questo passaggio simbolico ha chiuso idealmente un convegno che ha unito riflessione teorica, formazione e concretezza progettuale, confermando il valore della basilica di Lomello come spazio di studio e di fede, dove l’architettura continua a parlare attraverso le sue pietre. E chi sa ascoltare, può leggerne il senso più profondo.
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