Arte e fede nei luoghi agostiniani della Città Eterna
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Una delle più antiche parrocchie romane e prima sede dell’Ordine Agostiniano è la Basilica di Santa Maria del Popolo. Edificata nel luogo dove la tradizione identificava la presenza della tomba di Nerone, è meta durante tutto l’anno di turisti e pellegrini che da ogni parte del mondo vengono ad ammirare i capolavori di Caravaggio, Raffaello, Annibale Carracci e Bramante. Inizia da qui il nostro pellegrinaggio nei luoghi della Città Eterna legati a Sant’Agostino.
Santa Maria del Popolo, scrigno d’arte e spiritualità
Proprio a Santa Maria del Popolo, nel 1244, diverse congregazioni eremitiche sparse in Italia che seguivano la Regola di Sant'Agostino si unirono dando vita ad un unico ordine religioso, l'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, e il 9 aprile 1256, con la bolla Licet Ecclesiae catholicae, Papa Alessandro IV confermò tale unione alla quale avevano intanto aderito altre famiglie religiose.
La chiesa ha una struttura quattrocentesca, modificata nel Cinquecento da Donato Bramante con la Cappella Maggiore e la nuova abside a forma di conchiglia. A Raffaello si deve l’avvio della costruzione della Cappella Chigi, completata nel Seicento da Gian Lorenzo Bernini, che rielaborò in chiave barocca l’intero edificio.
I capolavori della Basilica
Le meravigliose tele di Caravaggio nella Cappella Cerasi, rappresentanti La Crocifissione di san Pietro e La Conversione di Paolo, rapiscono il visitatore per l’intensità drammatica, il crudo realismo e la complessità emotiva. Una potenza che rischia di adombrare altri capolavori presenti in Basilica come l’Assunzione di Maria di Annibale Carracci, nella stessa Cappella, o la Natività del Pinturicchio nella Cappella del Presepe, una delle più delicate e raffinate espressioni della pittura rinascimentale italiana.
Sant’Agostino in Campo Marzio: cuore dell’identità agostiniana
Sempre nel Rione Campo Marzio, troviamo forse il luogo di culto più significativo per gli agostiniani nella Città Eterna. Edificata tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, ampliata e ricostruita nel corso del XV secolo, è una delle prime chiese romane del Rinascimento. Sant’Agostino in Campo Marzio divenne sede di una comunità conventuale degli agostiniani, inglobando e sostituendo di fatto l’antica e piccola chiesa di San Trifone iuxta posterulas o in Posterula, oggi scomparsa. Quest’ultima, concessa nel 1287 da Onorio IV agli eremitani di Sant’Agostino, sorgeva lungo via della Scrofa e, in un primo momento affidata alla Confraternita del Ss. Sacramento, venne distrutta intorno alla metà del XVIII secolo per dare seguito ai lavori di ampliamento del Convento degli Agostiniani condotti da Luigi Vanvitelli.
Caravaggio e la Madonna dei Pellegrini
Maestosa e imponente, la facciata fu realizzata, secondo la tradizione, con blocchi di travertino provenienti dal Colosseo. Sopra l’ingresso centrale campeggia lo stemma del cardinale Guillaume d’Estouteville, che commissionò la ricostruzione tra il 1479 e il 1483. La consegna della Regola Agostiniana è raffigurata nell’affresco che sormonta il portale principale. L’interno dell’edificio a croce latina, suddiviso in tre navate.
Di pregio storico-artistico le numerose opere presenti in Basilica: prima fra tutte, nella prima cappella della navata sinistra, la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, commissionata a inizio Seicento dal notaio bolognese Ermete Cavalletti e donata alla Chiesa dal pittore come ringraziamento per l’asilo concesso durante la fuga seguita all’arresto. Si racconta che il dipinto suscitò grande clamore per la scelta della modella usata per ritrarre la Vergine: una prostituta, forse amante del pittore. Ai piedi di Maria con il Bambino benedicente in braccio, in un drammatico gioco di luce e ombra, sono due pellegrini in ginocchio, vestiti di stracci, dai piedi piagati e sudici.
La tomba di Santa Monica
Al cospetto di un così grande capolavoro rischiano di scomparire opere celeberrime e degne di attenzione come la Madonna del Parto, una delle immagini mariane più venerate a Roma e consciuta per questo anche come Madonna dei Romani. Protettrice delle partorienti fu scolpita da Jacopo Sansovino in un unico blocco di marmo tra il 1516 e il 1521.
La tradizione vuole che sia stata realizzata adattando una antica statua romana raffigurante “Agrippina con il piccolo Nerone in braccio”. Pregata da generazioni di mamme, è costellata di ex voto. Nel 1822 papa Pio VII, come ricorda l'iscrizione sul basamento, concesse l'indulgenza a chi avesse baciato il piede della Vergine. Tale fu la risposta al richiamo del Pontefice che per la consumazione del marmo si rese necessaria la sostituzione dell'arto con uno d’argento.
Antecedente di pochissimi anni è l’affresco di Raffaello Sanzio raffigurante il Profeta Isaia. Impossibile poi non citare i dipinti dedicati al Doctor Gratiae realizzati da Guercino e Lanfranco.
Arte, storia e fede si intrecciano nella Basilica, in cui è sepolta dal XV secolo santa Monica, madre di Agostino. Le spoglie della donna erano state custodite precedentemente nella Cattedrale di Sant’Aurea a Ostia Antica, dove era morta nel 387. Proprio nella località sul litorale alla periferia meridionale di Roma si trova ancora una lapide commemorativa di grande valore archeologico, nonché l’intensa tela attribuita a Pietro da Cortona, nell’omonima cappella, raffigurante l’estasi di Monica a Ostia. Sempre ad Ostia Antica, ma nell'area archeologica, in tempi recentissimi sono venuti alla luce, per secoli sepolti sotto un grande terreno agricolo, i resti dell'antica basilica dei Santi Pietro, Paolo e Giovanni Battista, un luogo dove con ogni probabilità pregarono Agostino, la madre Monica, il figlio Adeodato e gli amici Evodio e Alipio.
Il Crocifisso di San Filippo Neri
Lasciamo Ostia Antica e proseguiamo la nostra visita nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio: nell’ultima cappella della navata destra, ci imbattiamo in un pregevole Crocifisso ligneo del XVI secolo: secondo la tradizione, san Filippo Neri trascorreva al suo cospetto ore in preghiera. Di particolare importanza la cappella, realizzata dall’allievo del Bernini Giovanni Contini, dedicata alla santa agostiniana Rita da Cascia.
Oltre il centro storico: il polo della carità a Tor Bella Monaca
La monaca del Quattrocento, pregata per “le cause impossibili” e canonizzata da Leone XIII nel 1900 , ci conduce in un altro luogo significativo di Roma, legato alla spiritualità agostiniana: la parrocchia a lei intitolata nel quartiere di Tor Bella Monaca è un vero e proprio faro di speranza. Il centro di ascolto Caritas presente offre supporto a circa 350 famiglie in difficoltà e promuove progetti di inclusione sociale e incontro tra diverse culture.
Santa Prisca sull’Aventino
Giubilare, come la Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, è anche la Chiesa di Santa Prisca sull’Aventino, affidata agli agostiniani nel Seicento e precedentemente officiata da benedettini, francescani e domenicani. È dedicata alla martire omonima, una fanciulla tredicenne arrestata dall'imperatore Claudio per essersi rifiutata di adorare la statua di Apollo e decapitata sulla via Ostiense, dopo essere sopravvissuta miracolosamente ai leoni, alla flagellazione e al rogo. La chiesa risale ai tempi di Onorio I, tra la fine del IV secolo e gli inizi del V. L’area è stata oggetto di importanti ritrovamenti archeologici fin dal XVIII secolo, quando venne scoperto un oratorio risalente al IV secolo d.C., decorato da pitture degli Apostoli di cui non restano testimonianze. Negli anni Trenta del secolo scorso, i padri agostiniani intrapresero alcuni scavi che sorprendentemente portarono alla luce un santuario dedicato a Mitra e altri ambienti di età imperiale connessi ad esso.
Vicino a Pietro
Dal 1929, per volere di Pio XI, è affidata alla cura pastorale degli agostiniani anche la Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano: un luogo particolare, al confine tra la Città del Vaticano e l’Italia, in cui l’Ordine serve la Chiesa attraverso la testimonianza, la carità e la vita di preghiera.
Limitrofi al Colonnato di Bernini, espressione di quelle braccia aperte della Chiesa evocate nel , sono la Curia Generalizia, visitata da Leone XIV nei primi giorni di pontificato, il Collegio Internazionale Santa Monica e il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum: un centro di specializzazione nell’ambito delle Scienze Patristiche che, con oltre mezzo secolo di esperienza nella didattica e nella ricerca, ha formato generazioni di studiosi di tutto il mondo. Allo stesso complesso si riferisce la Cappella di Santa Monica la cui diaconia il 30 settembre 2023 è stata assegnata da Francesco al neocardinale Prevost che vi ha preso possesso il 28 gennaio 2024. Lo scorso 6 febbraio l'attuale Pontefice è stato poi promosso all’ordine dei vescovi, ottenendo il Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano. Nella piccola cappella intitolata alla Madre del vescovo di Ippona collocata in Piazza del Sant'Uffizio e progettata dall'architetto Giuseppe Momo, appena ventisettenne, il 19 giugno 1982, il giovane Robert Francis ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale.
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