Carceri, la Tenda di Mamre: luogo d¡¯incontro e accoglienza
Roberta Barbi - Città del Vaticano
¡°Mi casa es tu casa¡±: utilizza questo detto messicano don Francesco Palumbo, cappellano della casa di reclusione di Milano Opera per spiegare i motivi che lo hanno portato a trasferirsi nell¡¯unica camera singola ospitata dalla Tenda di Mamre, il nuovo spazio creato nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa a Milano per l¡¯incontro tra detenuti in permesso e la società. ¡°All¡¯inizio mi sono trasferito per motivi organizzativi, perché c¡¯era bisogno di qualcuno che fosse presente in questa nuova casa - racconta ai media vaticani - ma poi mi sono reso conto che non vogliamo solo che queste persone escano dal carcere, vogliamo che non siano sole e così mi sono messo in gioco per primo per accoglierle¡±.
Una casa pensata per chi sta per uscire dal carcere
L¡¯idea è venuta circa un anno fa a chi accanto alle persone detenute vive quotidianamente, i volontari e gli operatori, oltre, naturalmente, al cappellano: ¡°Ci siamo resi conto che spesso i ristretti quando escono in permesso non sanno dove andare, sono più soli fuori che dentro¡±. Ora l¡¯idea di questo spazio condiviso è diventata realtà: ¡°I detenuti che sono in prossimità del fine pena hanno bisogno di reimparare il mondo che c¡¯è là fuori - spiega ancora il cappellano - ma anche il mondo di fuori, soprattutto i giovani, hanno bisogno di incontrare chi è dentro. Ecco: questa casa che chiamiamo Tenda di Mamre funziona da mediatore¡±.
Le persone detenute sempre al centro
Il giorno dell¡¯inaugurazione, lo scorso 15 settembre, c¡¯è stata una grande festa: ¡°Non è stato un momento di autocelebrazione, perché - osserva don Palumbo - le persone detenute vanno messe sempre al centro. Spesso in carcere maturano delle esperienze umane forti e preziose che è molto importante mettere a disposizione della comunità, farle conoscere fuori¡±. Così durante la festa i partecipanti, oltre a poter toccare con mano come si vive ¡®dentro¡¯ grazie alla riproduzione fedele di una cella, hanno potuto anche ascoltare diverse testimonianze dalle voci degli stessi ristretti: ¡°Solo così - prosegue il cappellano - possiamo abbattere davvero i pregiudizi. Il carcere è una realtà complessa che va compresa, i detenuti stessi vanno scoperti, come persone. Dopo l¡¯inaugurazione ho ricevuto molti feedback positivi: le persone hanno cominciato a interrogarsi. La città non può più ignorare cosa c¡¯è dietro quelle mura¡±.
L¡¯appello ad amici e volontari
Ovviamente, per sopravvivere, la Tenda di Mamre ha bisogno dell¡¯aiuto di tutti; da qui l¡¯appello del cappellano alla cittadinanza: ¡°Abbiamo bisogno di amici, volontari, di chiunque voglia passare qui qualche ora, prendere un caffè insieme; magari reinsegnare a qualcuno degli ospiti come si prende un autobus - conclude don Francesco - aspettiamo chiunque voglia, anche gruppi e famiglie. Siamo qui¡±. Per chi fosse interessato, può scrivere all¡¯indirizzo mail: latendadimamre@tim.it.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui