Celam, Festa della Famiglia: difenderne vita e dignità
Isabella Piro - Città del Vaticano
Un forte appello a tutelare la vita e la dignità della famiglia: lo lancia monsignor Miguel Cabrejos Vidarte, presidente del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), , che si celebra nella prima domenica dopo il Natale. In un momento storico in cui i nuclei familiari si trovano a dover affrontare le drammatiche conseguenze della pandemia da Covid-19, nonché il flagello della povertà, il presule sottolinea che “tanti altri mali feriscono la dignità dei figli e delle figlie di Dio”. In particolare, il presidente del Celam cita “la violenza, lo sfruttamento, il traffico di esseri umani e la discriminazione vissuti da molte famiglie, anche migranti, o da alcuni dei loro membri”. Per questo, Monsignor Cabrejos scrive: “In questo giorno in cui celebriamo la festa della Santa Famiglia, riaffermiamo la nostra opzione per la difesa della vita e della dignità delle famiglie latinoamericane e caraibiche", ricordando che “anche la famiglia di Nazaret ha condiviso questa condizione di vulnerabilità, quando è fuggita in Egitto per preservare la vita”.
La Chiesa in ascolto delle famiglie
Di qui, il ribadito impegno del Celam in favore dei nuclei familiari e la sottolineatura, da parte della Chiesa, dell’importanza di “camminare con loro in sinodalità, ascoltare le loro grida e, insieme ad esse, promuovere la cultura della vita, lavorando per il riconoscimento e il rispetto dei loro diritti”. Citando, quindi, un passo dell’Esortazione apostolica-post sinodale “Amoris Laetitia”, firmata da Papa Francesco nel 2015, Monsignor Cabrejos sottolinea che le famiglie sono “autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche”, all’interno delle quali “si vivono e si trasmettono i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell'attenzione e della cura per gli altri". Per essere una vera “famiglia umana”, conclude il presule, bisogna dare priorità “alla solidarietà, alla misericordia e all'opzione per i più bisognosi”, così da "rendere possibile la fraternità universale e camminare lungo sentieri di giustizia e di pace".
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