Parrocchie in prima linea per rispondere a vecchie e nuove povert¨¤
Amedeo Lomonaco ¨C Città del Vaticano
Per le parrocchie in Italia è questo un tempo di attesa in vista della ripresa, il prossimo 18 maggio, delle Messe con il popolo. È anche un periodo in cui molte comunità parrocchiali continuano, come hanno fatto sin dall¡¯inizio della pandemia, ad aiutare le persone più povere. Non sono mancate opere di carità per rispondere anche a nuove povertà, innescate dal blocco di molte attività lavorative. Don Alessandro Palla, parroco di Santa Giovanna Antida Thouret a Roma, sottolinea che la sua parrocchia, grazie anche all¡¯azione della Caritas e del Centro di aiuto alla vita, ha continuato ad essere vicina ai bisogni delle persone indigenti e in difficoltà anche in questo tempo di emergenza sanitaria.
R. - Grazie a Dio, diversi volontari si sono messi a disposizione. Abbiamo avuto tanti migranti. Sono quelli che hanno subito, nella prima fase, un colpo forte. E poi sono arrivate anche altre tipologie di povertà, difficoltà a pagare gli affitti, le bollette... Specialmente per coloro che lavorano come colf perché, durante il lockdown, non hanno lavorato. E poi piccoli artigiani, che già erano in difficoltà, hanno dovuto interrompere il lavoro.
Quindi aiuti concreti, distribuzione di cibo, pagamento di bollette. La parrocchia si è fatta carico di tutto questo¡
R. - Si e abbiamo visto tanti cuori che si sono aperti. Tante persone, attraverso bonifici a distanza, hanno aderito alla spesa solidale. Anche inaspettatamente persone che non frequentano la parrocchia hanno voluto contribuire attraverso di noi. In questo tempo così difficile e pieno di dolore e lutto sono spuntati questi germogli nuovi di amore e di luce.
A questi germogli nuovi e alle opere di carità si aggiunge il mettersi in ascolto. É importante saper ascoltare. Pensiamo anche al Centro di Aiuto alla Vita nascente. Un sostegno preziosissimo per le future mamme¡
R. - Questo impegno non si è interrotto soprattutto attraverso il telefono, che si è rivelato veramente uno strumento provvidenziale: abbiamo voluto mantenere il contatto con le mamme in questo tempo in cui non ci si può incontrare tanto. Questo è importante perché la relazione ci ha sostenuto. Forse in questo tempo di lockdown, quello che è emerso è l¡¯importanza delle relazioni: meno cose da fare, ma più cura nel rapporto personale.
Non è dunque venuto meno, nonostante le distanze da rispettare e la situazione imprevedibile, quello che è il tessuto della parrocchia. E forse, in poco tempo, la parrocchia si è molto rinnovata¡
R. - Ora ci troviamo in questo digiuno eucaristico che si fa sempre più sentire. Tanti soffrono per questa mancanza. Però la comunità è emersa al di là delle strutture e dell¡¯istituzione. Attraverso il telefono e le piattaforme digitali, comunque, le relazioni sono continuate. Quindi è emerso, con ancora più chiarezza, quanto sia importante vederci, incontrarci e stare insieme.
Un digiuno eucaristico che si interromperà prossimamente quando riprenderanno le celebrazioni. Come la parrocchia si avvicina a questo tempo verso la normalità?
R. - È un momento importante da affrontare con responsabilità e anche con molta cura per la tutela della salute di tutti, specialmente dei nostri fedeli. È chiaro che è una sfida perché mette in gioco tante persone e tanti accorgimenti. Ma per amore al popolo va affrontata con serietà e senza ansietà. Penso che andrà molto bene: le persone saranno contente di poter ricevere di nuovo il Signore che ha sempre camminato con loro in questo tempo. Non ha fatto mancare loro la Sua grazia. E anche la presenza del Santo Padre, attraverso i mezzi di comunicazione, è stata una grande provvidenza. Molti lo hanno ascoltato, lo hanno seguito alle 7 del mattino per la Santa Messa quotidiana. Tanti poi riferivano quello che il Papa aveva detto. Parole che hanno toccato il cuore. Ma è chiaro che ricevere il Signore è la grazia più grande. Veramente ci siamo scoperti, ancora di più, comunità eucaristica bisognosa dell¡¯eucaristia. Per quanto riguarda l¡¯adorazione eucaristica perpetua, un¡¯altra realtà della nostra parrocchia, ora è ancora prematuro prendere decisioni. Vediamo come evolverà la situazione.
Quando si potranno di nuovo tenere le celebrazioni verranno presi vari accorgimenti. Tra questi, anche accorgimenti per distanziare i fedeli durante la Santa Messa¡
R. ¨C Questo è stato scritto molto chiaramente nel protocollo del governo e della Conferenza episcopale italiana (Cei). Distanziamento, servizio d¡¯ordine che aiuta agli ingressi e alle uscite, dispositivi igienizzanti alle porte. Continueremo a non scambiarci il gesto della pace. Il sacerdote, prima di distribuire la Comunione, deve igienizzare le mani, indossare i guanti, non toccare le mani dei fedeli. E poi, dopo ogni Messa, verranno igienizzati i banchi. Sono stati tolti tutti i libri dei canti e tutti gli altri sussidi per la preghiera per evitare eventuali fonti di contagio. Le offerte verranno raccolte alla fine della celebrazione. Calici e ampolline verranno disinfettati prima e dopo l¡¯utilizzo. Tutti dovranno indossare la mascherina. Per chi ha sintomi influenzali e per chi sia venuto in contatto con una persona risultata positiva al Covid negli ultimi giorni, vale la raccomandazione di non venire in chiesa. Per gli anziani e per le persone affette da malattie croniche, resta ancora la disposizione che sono sollevati dal precetto domenicale.
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